Recovery Fund, i meriti e i rischi

di Massimo Franco |

Quando si chiede a Giuseppe Conte se davvero ha fatto un tiro «a cucchiaio» stile Francesco Totti per piegare l’Olanda, risponde: «Ho dovuto imparare a farlo». Sa che senza l’appoggio soprattutto tedesco e francese, il risultato sarebbe stato ben diverso. Ne dovrà imparare altri. E soprattutto, per il premier e il governo la tentazione più insidiosa da evitare è il trionfalismo. La consistenza degli aiuti e dei prestiti in arrivo dall’Europa sta provocando una cascata di superlativi. E la reazione insieme scontata e scomposta della Lega di Matteo Salvini sottolinea involontariamente il successo dell’odiato Conte. La controprova arriva dal leader degli xenofobi olandesi, Geert Wilders, il quale accredita 82 miliardi di euro «regalati» agli italiani «che non pagano le tasse», grazie alle «ginocchia deboli» del premier Mark Rutte nei confronti di Conte. Verrebbe da dire: troppa grazia per non insospettirsi. Che nell’immediato il governo tra M5S e Pd sia più forte è evidente. Non a caso oggi il presidente del Consiglio sarà alle Camere per spiegare l’esito dei cinque giorni di trattativa: una meritata passerella parlamentare, dopo quella assai controversa degli Stati generali dell’economia, a giugno.


A Bruxelles le sue doti di negoziatore sono state confermate, insieme con la percezione che abbia scelto le sponde continentali giuste nella penombra dei consigli del Quirinale. Il problema sarà come gestire gli aiuti, sottoposti a condizioni stringenti; come evitare che venga sciupata l’occasione storica di rimettere in sesto l’Italia dopo la pandemia.

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