Carlo Bonomi: “Rischiamo una crisi irreversibile”
“L’Italia
sta attraversando uno dei momenti più difficili dal dopoguerra. Noi
chiediamo alla politica, a tutta la politica, di mettersi in fase con la
drammaticità del momento, di ricollegarsi ai bisogni del Paese.
Chiediamo di smetterla con il cinema degli ultimi mesi. Avremmo dovuto
usare l’estate per fare i compiti a casa, cogliendo la grande occasione
del Recovery Fund, e non l’abbiamo fatto. Il piano Colao è un lontano
ricordo, gli Stati generali pure. Quindi ora che facciamo? Rimettiamo su
un’altra task force? Ripartiamo con un altro giro di audizioni?”.
E poi aggiunge:
“Quando sento il sindacato minacciare lo sciopero generale, mi chiedo sinceramente se ci sia piena consapevolezza del momento che il Paese sta vivendo”.
Bonomi, per uscire dallo stallo, non sta con le mani in mano e propone un Patto per l’Italia:
″“Stiamo vivendo giorni decisivi, o tra governo e parti sociali ci confrontiamo, ci ascoltiamo e lavoriamo tutti uniti a un Grande Patto per l’Italia, oppure entriamo in una crisi drammatica, dalla quale rischiamo di non uscire più. Per noi il Patto deve ruotare su tre punti essenziali. Primo punto: un piano di riforme strutturali, sfruttando i fondi Ue. Secondo punto: un piano di politica industriale di mercato, rinunciando a ogni disegno statalista che alla fine serve solo a ridistribuire potere e poltrone. Terzo punto: operazione fiducia sulle imprese. Siamo stufi di esecutivi che dicono ‘abbiamo fatto un decreto, ora le aziende non hanno più alibi’. Noi non vogliamo alibi, vogliamo rispetto e vogliamo governi che non coltivino ideologie ostili all’impresa”.
E alla domanda se ripeterebbe, “questa politica è peggio del Covid, Bonomi si conferma:
“Lo ripeterei, perché il senso delle mie parole, che sono state poi strumentalizzate, era strettamente circoscritto ai temi economici; era chiarissimo già allora: la politica produce misure i cui effetti economici sono peggiori di quelli generati dalla crisi economica dovuta alla pandemia. Questo era vero allora e resta vero anche oggi. Piuttosto, agli esponenti politici che in quella occasione mi hanno attaccato con parole durissime, vorrei dire un’ultima cosa”.
L’HUFFPOST
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