Coronavirus, rebus scuola: troppi prof nell’età a rischio
Ora, la misura più adeguata di protezione fin qui adottata consiste nello smart working, che diventa un vero diritto, alternativo all’assenza giustificata, per determinate categorie: “Non si tratta – spiega Emmanuele Massagli, presidente di Adapt, il centro studi sul lavoro fondato da Marco Biagi – soltanto delle persone con disabilità o che abbiano esigenze di cura in famiglia, ma anche delle persone immunodepresse, nonché, più in generale delle persone che hanno più di 55 anni”. Ebbene, anche solo considerando gli over 55 (e non gli altri casi indicati), si riscontra che nella scuola il 40 per cento dei docenti (300mila prof su 730mila) e del personale Ata (90mila su 200mila) supera la soglia di età fissata e, dunque, può chiedere la protezione sanitaria eccezionale o stando a casa in assenza giustificata o ricorrendo allo smart.
“Se da una parte è vero che i docenti non dovrebbero essere tra le figure interessate dalla concessione ’facile’ del lavoro a distanza – puntualizza Massagli – per evidente impossibilità di garantire la propria prestazione lavorativa in modalità virtuale dal momento in cui gli studenti torneranno in classe, è anche inevitabile che il sindacato e il numerosissimo personale scolastico chiederanno che siano prese adeguate precauzioni per il personale scolastico più anziano, esigendo lo stesso trattamento riconosciuto ai dipendenti delle altre amministrazioni centrali”.
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