Controlli reciproci sui tamponi, Lazio e Sardegna ai ferri corti
La Sardegna mette i paletti e accusa il Lazio: «La sicurezza è un problema di tutti, non solo del segretario del Pd. Aspettiamo che il governo ci faccia una proposta seria, noi abbiamo chiesto di estendere la reciprocità sui tamponi a tutti i viaggiatori che vengono in Sardegna, da tutti i porti e gli aeroporti d’Italia. Chi viene nell’isola deve partire solo dopo aver fatto il test», spiega l’assessore alla Salute Mario Nieddu. Inoltre il governatore Solinas, per organizzare i controlli, chiede aiuto all’Usmaf – l’ente nazionale di sanità marittima, aerea e di frontiera dipendente dal ministero di Speranza – perché «da soli non ce la facciamo». Un altro punto riguarda la gestione dei positivi intercettati in Sardegna: «Se vengono messi in condizione di ripartire in sicurezza per fare la quarantena nelle loro città benissimo, altrimenti Palazzo Chigi ci deve dare le risorse per trattenerli perché non siamo pronti a sostenere ulteriori spese in questo momento», aggiunge Nieddu. Coronavirus, l’allarme di Roy De Vita sui tamponi rapidi: “Sono inaffidabili, in famiglia tre falsi negativi su tre”
In Toscana arrivano i presidi sanitari per fare i tamponi nei porti, negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie. «Offriamo ai viaggiatori la possibilità di fare un test molecolare e andremo avanti anche quando saranno terminate le vacanze. La nostra è una misura strutturale», sostiene Rossi che si mostra scettico sulle richieste del Lazio: «Non mi interessa quello che fanno con la Sardegna, noi a Livorno consentiremo a tutti coloro che arrivano di fare il test immediatamente. I toscani potranno farlo in un secondo momento, se preferiscono, prenotandosi con la nostra app». Insomma, taglia corto, «bisogna usare al meglio le misure che sono state previste e concordate tra Regioni e governo, questo è importante. Prospettare chiusure, scaricare le colpe sugli altri o mostrare i muscoli ha scarso esito dal punto di vista della lotta effettiva al coronavirus». Lo studio “profetico” del 19 marzo che ha anticipato l’andamento della pandemia in Italia
Non sembra interessato a un sistema coordinato di controlli agli imbarchi il governatore della Liguria: «Non abbiamo competenza diretta all’interno dello scalo genovese e nessuno ci ha chiesto di attivare questo servizio». Toti, come Solinas, chiama in causa l’Usmaf che però non sta facendo le verifiche né ha chiesto alle autorità regionali di predisporle. Sono pochi i liguri che arrivano a Genova con il traghetto, la maggior parte sono lombardi e piemontesi. Il sistema messo in piedi a Civitavecchia, conclude il leader di Cambiamo!, «per noi non è utile, occorre mettersi a disposizione dell’Asl di competenza». Coronavirus, direttore Spallanzani Vaia: “Se va tutto bene vaccino entro primavera”
Controcorrente Vincenzo De Luca che invece va avanti con la politica del rigore e i controlli obbligatori per chi torna a casa da fuori regione. Lo “sceriffo” della Campania si appella al ministero della Salute perché avvii «ad horas un programma nazionale di screening prima che i cittadini rientrino dalla Sardegna». I 138 nuovi casi registrati in Campania nelle ultime 24 ore, sottolinea il presidente, sono in larga parte giovani e quasi tutti (133) asintomatici. «I ricoveri sono pochissimi – prosegue – dobbiamo continuare a cercare e a isolare i positivi finché non si sarà esaurita l’onda dei rientri». Come potrebbe finire la pandemia di Covid-19: tre scenari possibili
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