Cattedre vuote a scuola, Galli della Loggia: manca un’etica del lavoro

di DAVIDE NITROSI

Roma, 8 settembre 2020 – Professor Galli della Loggia, di fronte all’emergenza virus si aspettava maggiore flessibilità da parte degli insegnanti?

“Flessibilità e carità di patria – risponde lo storico –. Io non condivido le idee politiche del governo, ma è il governo del mio Paese. E invece in Italia ha preso piede un’abitudine alla polemica gratuita”.

Il 26 settembre è già stato proclamato uno sciopero nelle scuole.

“È una tendenza irrefrenabile in Italia. Eppure non ho sentito nessun sindacato proporre soluzioni alternative per la ripartenza della scuola, nessuno che dica quali banchi adoperare, quali spazi usare… Dovrebbe esserci un elemento di serietà nel dibattito e invece i sindacati della scuola sono l’esempio più clamoroso di mancanza di serietà nel dibattito pubblico”.

Non si può dire che sia tutto filato liscio..

“Ritardi, contraddizioni, difficoltà, certo che ci sono: ma è una situazione inedita. Riaprire la scuola in condizioni così difficili è di una portata enorme. Con un Comitato tecnico scientifico che impone regole che rendono difficilissimo agire e spesso cambia opinione”.

Il ministro è dovuto intervenire per limitare la fuga dei docenti fragili, quelli con più di 55 anni. Che ne pensa?

“Gli insegnanti italiani sono tra i più anziani d’Europa, è oggettivo che possano avere paura, che si stanchino e si logorino, una condizione di fragilità esiste. Ma che questo giustifichi l’astensione dal lavoro mi sembra eccessivo”.

Qualcuno li ha paragonati ad altri professionisti.

“Anche tra i medici in prima fila contro il Coronavirus negli ospedali c’erano persone con più di 55 anni. Alcuni mestieri in certe situazioni espongono a certi pericoli. Poi ci si può sempre rifiutare di affrontarli, ma allora bisogna mettere in gioco un problema di etica professionale e di etica del lavoro”.

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