Cattedre vuote a scuola, Galli della Loggia: manca un’etica del lavoro
I sindacati della scuola chiedono un compenso per i corsi di recupero. La Cgil fa notare che vanno distinte attività didattiche e attività di insegnamento..
“Questo è un sofismo. La verità è che i professori hanno cominciato a capire che il sistema della loro retribuzione è il prodotto della dittatura sindacale che si è sempre opposta a qualsiasi valutazione secondo il merito e si è sempre battuta per l’assoluta omologazione dei compensi. Il sindacato è alla disperata ricerca di ottenere per tutti un aumento retributivo”.
Anche in una simile emergenza? Si potrebbe pensare che non c’è la consapevolezza della situazione…
“È così. Il fatto è che non c’è un sindacato degli insegnanti, ma un sindacato scuola che non ha mai proposto nulla in merito ai programmi o alla didattica”.
La call veloce per assumere supplenti è stata un flop, come se lo spiega?
“Meglio ricevere il reddito di cittadinanza a casa piuttosto che guadagnare poco più di mille euro e dovere vivere a Milano. Il problema di fondo è questo”.
Ma gli insegnanti cosa dovrebbero fare?
“Creare una loro associazione. In altri Paesi esistono forti associazioni di insegnanti con una marcata connotazione culturale, che nel sindacato italiano manca. Il segretario generale della Cgil Scuola mi risulta non abbia mai insegnato”.
L’emergenza Covid ha sovvertito le relazioni consolidate?
“Siamo entrati in una terra vergine, abbiamo dovuto prendere misure che hanno stravolto la scuola. Ed è saltata la cogestione. Non si possono fare tavoli sindacali per decidere quali banchi mettere nelle aule. Serve un ministro che decida. Il Covid ha mandato all’aria l’atteggiamento che tutto a scuola vada cogestito. E questo, come si dice a Firenze, ha mandato ai pazzi i sindacati della scuola”.
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