La scommessa di Salvini e Meloni sulla Puglia : “Vinciamo con Fitto e mandiamo a casa Conte”
di GIULIANO FOSCHINI
BARI – “Se non vinciamo questa volta, allora non vinceremo mai più”. La confessione di un dirigente di Forza Italia è la più sincera fotografia della campagna elettorale per il nuovo presidente della Regione Puglia: dicevano, la Puglia nera, la Puglia di Pinuccio Tatarella, “la regione più a destra della Germania di Hitler” (cit. Massimo Cassano, ex sottosegretario al Lavoro, poi in Forza Italia, ora con Michele Emiliano). E invece in quindici anni è diventata la Puglia rossa, anzi rossissima, 10 anni addirittura con Nichi Vendola e ora altri cinque con Michele Emiliano.
“Questa volta”, però, qualcosa potrebbe cambiare. O, meglio, ritornare. Ne sono convinti in tanti. E ne è convinto soprattutto lui, Raffaele Fitto, l’enfant prodige della Democrazia Cristiana, consigliere regionale a 20 anni dopo che il padre Salvatore, presidente della Regione, morì in un incidente stradale mentre tornava a casa. Fitto jr è diventato presidente della Regione a 31 anni e, dopo la sconfitta impronosticabile contro Nichi Vendola nel 2005, è stato prima “protesi” di Berlusconi (ministro dal 2008 al 2011), poi parlamentare europea facendo un salto da Moro a Giorgia Meloni, dalla Democrazia cristiana illuminata a Viktor Orbân. La sua candidatura a governatore è stata voluta e imposta dalla Meloni adopo molti mal di pancia, della Lega soprattutto, che sulla Puglia aveva lanciato un’opa.
Non è un caso che, soltanto oggi, dopo due mesi di campagna elettorale, Matteo Salvini che pure è stato qui in almeno quindici occasioni, salirà per la prima volta su un palco accanto a Fitto, e a Giorgia Meloni. A conferma di quanto la destra consideri cruciale la vittoria pugliese. Dicono infatti: se si prende la Puglia, cade il Governo. E ancora: è l’Ohio d’Italia. Non sono parole casuali: il premier Giuseppe Conte è pugliese. E sulla sua regione aveva fatto un investimento, anche di immagine. Non a caso fino all’ultimo minuto ha cercato anche pubblicamente di far chiudere un accordo tra centrosinistra e 5 Stelle, prendendo però una porta in faccia dai grillini.
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