Il federalismo virale
Perché poi si fa presto a dire “destra” e “sinistra”, tre bandierine blu e tre rosse sulla cartina. Bisogna anche andare a vedere chi è stato eletto, per trarre la morale di questa storia. L’indizio lo dà Vincenzo De Luca, che a caso non parla mai. E che, vivaddio, non difetta mai di una certa sincera schiettezza: “La mia vittoria va oltre la destra e la sinistra”. Effettivamente, ben oltre, perché i voti al Pd, col suo 17 per cento, sono solo una parte di una coalizione molto larga, all’ombra del governatore uscente.
Ecco, andiamo a vedere: la sua lista, che di civico ha assai poco, porta in Consiglio regionale Carmine Mocerino, che nel 2015 entrò con la lista “Caldoro presidente”. Mocerino ha fatto un ticket – un uomo e una donna – con Paola Raia, eletta anche lei, che ai tempi del berlusconismo imperante era molto vicina a Nicola Cosentino. Ex consigliere regionale del Pdl e ora di De Luca, Paola è sorella di Luigi Raia, ex consigliere provinciale di Forza Italia e attualmente direttore generale dell’agenzia unica del turismo in Campania, di nomina regionale.
La lista “De Luca presidente” ha preso poco meno del Pd, risultato la seconda lista più votata. Tra i “Liberal-democratici Moderati” è invece eletto Giuseppe Sommese, ex Ncd, eletto anche lui cinque anni fa a sostegno di Caldoro. Giuseppe è il figlio di Pasquale, eletto nel 2010 in quota Udc e premiato allora da Caldoro con un assessorato molto pesante, con deleghe al personale, turismo, enti locali, beni culturali. Rieletto nuovamente con Caldoro è incappato in qualche guaio giudiziario, nell’ambito di una inchiesta in cui veniva considerato al vertice di una associazione a delinquere per pilotare gli appalti.
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