La crisi del Movimento 5 Stelle: «Ora può dissolversi». Le accuse ai vertici: la gente non è stata coinvolta

Il vertice e il chirurgo

Amichetti e caminetti. E poi ci sono i minimizzatori, i democristiani, i resilienti. Quelli che basta dialogare e si può chiudere l’ombrello. Sergio Vaccaro: «Non è il momento di una scissione, dobbiamo riorganizzarci». Agostino Santillo: «Son solo mal di pancia isolati». Giuseppe Brescia, ripiombato nella prima Repubblica: «È un vivace e fisiologico dibattito». Vito Crimi — che però paradossalmente oggi non ci sarà — doveva portare all’assemblea congiunta le sue proposte: voto su Rousseau di un leader (opzione casaleggiana); Stati Generali subito, organismo di traghettatori per farli nei prossimi mesi. E il leader? Collegiale, spiegano tutti. Senza un vertice? «No — spiega il medico e viceministro Pierpaolo Sileri — un primus inter pares ci vuole. Come in un reparto: bene l’équipe ma poi serve uno che operi».

Come una barca a vela

Qui manca anche l’équipe, per ora. «Dobbiamo diventare partito», dice la Nesci. Per farlo servono le correnti, che non mancano, ma son subacquee. Ci sono i governisti (Patuanelli, D’Incà, Bonafede), i dimaiani (Castelli), i fichiani (Gallo, Brescia), i dibattistiani (Lezzi, Corrao), gli anticasaleggiani (Dessì), i «Paroleguerriere» (Nesci, Trizzino), i malpancisti (quasi tutti).
Un coacervo senza un centro, un gruppone allo sbando. La dice bene Dessì: «Siamo stati costruiti per distruggere e siamo bravissimi in quello, non ci frega nessuno. Il Pd non è capace di fare opposizione, così come Forza Italia. E noi, se decidiamo di governare, come ci chiedono elettori e militanti, dobbiamo provare a fare gli artigiani, gli ingegneri, gli architetti, non i demolitori». Sileri conferma: «Stare all’opposizione è più facile, gridi, urli. Se vai al governo, invece, medi e cerchi di portare a casa il risultato. Ma non hai il motore, è come un viaggio in barca a vela. Fai traiettorie diverse, oscilli, segui il vento». E sotto la bufera l’attracco è difficile, si rischia il naufragio o che qualcuno metta giù la scialuppa e abbandoni la nave.

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