Becciu e la donna misteriosa. Shopping con i soldi dei poveri, faro su 500mila euro

Insomma, il denaro elargito dalla Segreteria di Stato doveva essere impiegato per trattare attività “riservate”, contattare mediatori e ottenere la liberazione di preti e suore rapiti in Africa e in Asia. Di ostaggi tornati a casa non c’è traccia, dai conti della società, invece, risulta che i soldi del Vaticano, almeno 200 mila euro, sono stati impiegati per l’acquisto di beni di lusso: capi Moncler, borse Prada, abiti Burberry e Frau. 

E soprattutto ordina al suo economo, Alberto Perlasca, di girare vari bonifici da 600 mila euro su un conto segreto intestato a una società slovena, la Log Sic D.o.o. Soldi che per Becciu devono servire alle spese operative per contattare gli intermediatori che hanno notizie su alcuni soggetti rapiti.

Intanto, dopo la notizia che circa 700 mila euro, in bonifici frammentati, sarebbero finiti in Australia, per mano di Becciu a ridosso del processo al cardinale George Pell e il sospettp che l’accusatore del porporato fosse “comprato”, Robert Richter, avvocato di Pell, ha chiesto un’indagine internazionale. Il legale di Pell, secondo il Financial Review, ha sollecitato le autorità australiane e italiane a tracciare i 700.000 euro che sarebbero arrivati in Australia nell’ambito del «complotto» ordito contro il cardinale Pell dal «suo rivale» in Vaticano. Ancora Becciu.

IL MESSAGGERO
 

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