Recovery Fund, l’Italia ha sette anni per le riforme
L’Italia avrà sette anni di tempo per completare l’iter delle riforme e degli investimenti con le risorse del recovery fund. Oggi all’Ecofin il ministro Roberto Gualtieri strappa un altro passo in avanti, rispetto all’intesa raggiunta dai leader europei a luglio. In sostanza, si legge nel documento conclusivo, il governo non avrà più 4 anni di tempo per le riforme e 7 anni per gli investimenti, come recitava l’impostazione iniziale, ma dovrà completare tutto “entro la fine di agosto 2026”. Perché il 2026 è l’ultimo anno in cui la Commissione europea potrà raccogliere prestiti sul mercato per il pacchetto anti-crisi Next Generation Eu. Sconfitta la linea olandese. Come mai? Il covid minaccia una seconda ondata e questo spinge i paesi Ue ad accelerare sul recovery fund.
Nello specifico, si tratta del regolamento sulla ‘Recovery and resilience facility’, il cuore del Next generation Eu, oltre 672 miliardi di euro tra sussidi e prestiti. Ora il testo adottato dai ministri finanziari, proposto dal tedesco Olaf Scholz che ha la presidenza di turno dell’Ue, verrà trattato nel negoziato in corso con l’Europarlamento sui vari passi legislativi necessari per far partire il recovery fund.
Ecco il passaggio del documento conclusivo dell’Ecofin sul rispetto dei target in fatto di riforme e investimenti:
Non è un dettaglio, ma questione che ha prolungato abbastanza la discussione tra i ministri finanziari dell’Ue, chiamati a circostanziare l’intesa di luglio in vista del negoziato in corso tra la presidenza tedesca di turno dell’Ue e il Parlamento europeo. L’olandese Wopke Hoekstra ha provato a chiedere un “chiaro collegamento” tra l’erogazione delle risorse con il Patto di stabilità e crescita, pur sospeso, e anche con le raccomandazioni della Commissione europea per i paesi membri. Attenzione: non quelle del 2020, ammorbidite per via della crisi da covid. Ma le raccomandazioni del 2019. “Non possiamo accettare alcun annacquamento – insiste Hoekstra – perché pensiamo sia poco saggio”.
Ma all’Ecofin la sua linea non passa. Viene approvata invece la proposta tedesca, impostata sulla necessità di portare avanti politiche espansive anche l’anno prossimo. Tanto che si concede maggiore tempo agli Stati membri anche sulle riforme da attuare.
Il punto è che la curva dei contagi sale in tutta Europa. E questo argina le critiche al pacchetto anti-crisi: è successo ieri alla riunione dell’Eurogruppo, si ripete oggi in Ecofin.
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