«Setta del sesso», a Milano 12 covi in case in centro e uffici di notai
La «rete di complici» e i covi in centro
Sempre
stando all’accusa, la cui elaborazione, in fase di avvio e sviluppo ha
avuto l’appoggio dello Sco, nella figura di Francesco Messina, direttore
centrale Anticrimine della polizia, Guidi sarebbe stato ai vertici di una piramide con una strutturata rete di complici, «necessaria» per la ricerca e l’«arruolamento» di schiave.
Si menzionavano prima le perquisizioni. Dodici avrebbero riguardato in città
appartamenti del centro, uffici di professionisti (notai e
commercialisti), una bottega di artigianato, altri centri di
erboristeria, una scuola di danza. In considerazione della
presunta longevità della setta, dando per vere le origini trent’anni fa,
appare una conseguenza «fisiologica» l’eventuale robustezza della rete.
Sia nei numeri — quei 26 indagati sarebbero soltanto un dato parziale —, sia nella capacità operativa della stessa setta.
La scuola di danza dove avveniva il reclutamento
Il reclutamento avveniva nelle sedi più disparate, in special modo la scuola di danza; le complici e i complici individuavano le personalità più fragili, accompagnate, come da loro confidato, da enormi guai esistenziali di svariata natura, e avviavano il lavorìo psicologico.
La Mobile di Novara ha sotto esame una voluminosa documentazione frutto delle perquisizioni: pc e materiale cartaceo.
Dieci, al momento, le ragazze e le donne che avrebbero denunciato una situazione simile a quella raccontata per la prima volta alla polizia da una giovane, nel 2018. L’analisi del quadro esistenziale di Guidi non avrebbe rilevato criticità quali debiti e dipendenze e «frequentazioni»; dal punto di vista personale, l’unica nota concerne la sua mobilità che necessita di stampelle. Il profilo configura quello di un cittadino al di sopra di ogni sospetto, che però ora ha mediaticamente assunto connotati da mostro.
Il «Percorso» e i rituali nella villa nel parco del Ticino
Un’aggiunta su Guidi ci porta nel parco del Ticino, in una sua villa, il luogo dove secondo gli atti si completava il «percorso». Dopo esser state agganciate e «convinte», le vittime venivano convogliate nella villa, e messe al centro di rituali e danze tribali che prevedevano svestizioni dinanzi a Guidi e ai complici, i quali poi avrebbero approfittato delle «schiave» per ore.
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