Incentivi auto, stop del governo. Imprese in rivolta

Quella che sembra la fine prematura del programma di incentivi alla rottamazione è stata sancita dalla conversione in legge del decreto Agosto, l’altro giorno dal Senato. Una conversione che non ha previsto il rifinanziamento dei fondi, e che sarà difficile possa venire anche dall’ultima lettura alla Camera mentre la possibilità di nuovi incentivi, per altri 400 milioni, da introdurre con la legge di Bilancio 2021 è stata smentita con il no dei 5 Stelle a bonus per le auto diesel e benzina rimaste invendute per il lockdown. Quanto basta per avere fatto scattare subito la protesta di costruttori e concessionari. L’avere deciso di non rifinanziare in particolare il bonus per le auto della fascia da 91 a 110 gkm, denuncia il Centro Studi Promotor, “è un clamoroso autogol dello Stato”.

Il costo dell’incentivo – 1.500 euro con rottamazione e 750 senza – infatti, è di gran lunga inferiore al gettito Iva proveniente dalle vendite delle auto di questa fascia che nel 2019 era stato di 7,9 miliardi e quest’anno scenderà a 5,2 miliardi. Di “scelta che sfiora l’autolesionismo” visto che gli incentivi esauriti hanno prodotto un extra gettito Iva di 58 milioni, “ravvivato un mercato in fortissima crisi (+9,5% a settembre dopo mesi di crolli delle vendite per la pandemia) e salvato posti di lavoro parlano anche Federauto e Unrae. Per questo chiedono “un intervento urgente” del governo per sostenere un settore che vale il 10% del Pil.

QN.NET

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