Covid, Pesenti: «In Lombardia l’età media dei ricoverati è scesa di 10 anni»

Che misure restrittive farebbe adottare alla politica?
«Ieri sera rientravo a casa, alle sette circa, e sono passato vicino ai locali in zona Bocconi (190 studenti dell’omonima università sono in isolamento fiduciario, ndr) e ho visto i giovani fuori dai bar senza mascherina a 20 centimetri uno dall’altro. In questo caso, l’unica soluzione sarebbe chiudere i bar alle 17, in tutta la Regione, da medico e cittadino non vedo alternative».

In questo quadro che importanza ha la vaccinazione antinfluenzale?
«I vaccini stagionali potrebbero essere di grande aiuto per diminuire la possibilità di confondere altre infezioni con Covid, ma dobbiamo riuscire a vaccinare almeno il 70% per cento della popolazione, con priorità assoluta per i soggetti a rischio. E in tempi brevi».

Quali dati sono importanti dal punto di vista delle analisi epidemiologiche condotte in regione?
«Dalle ricerche a campione, sappiamo che il 7-8 per cento dei lombardi ha sviluppato degli anticorpi: significa che su 10 milioni di persone, le stime ci dicono che circa 800mila sono entrate in contatto con il virus senza sviluppare la malattia. I malati gravi adesso sono pochissimi rispetto al picco di marzo e aprile, quando siamo arrivati a quota 1.500 pazienti in terapia intensiva. Ma tutto ci fa pensare che non dobbiamo abbassare la guardia perché, nonostante gli asintomatici, le curve potrebbero crescere rapidamente».

C’è qualcosa che si sarebbe potuto fare nelle scuole lombarde per la prevenzione e che non si è fatto?
«Era a mio avviso necessario rendere lo screening per gli insegnanti obbligatorio, non facoltativo. Era un primo step per rendere gli ambienti scolastici più sicuri. Va detto che per il momento nelle scuole i livelli dei contagi sono contenuti. Anche in questo caso, però, fare previsioni è molto difficile».

CORRIERE.IT

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