L’epidemia di coronavirus accelera, cinque Regioni a rischio lockdown
carlo bertini, paolo russo
ROMA. La piena dei contagi – oltre 5.300 – che sta sommergendo giorno dopo giorno anche l’Italia rischia di provocare una slavina lungo tutto lo Stivale: per questo Roberto Speranza e il premier stanno valutando come correre ai ripari. Una riunione di emergenza a palazzo Chigi con i capidelegazione oggi metterà a punto le misure da inserire nel dpcm. Il provvedimento verrà anticipato a stasera o domani, secondo fonti di governo, quindi ben prima la data prevista del 15 ottobre. Si discute come applicare un’ulteriore stretta, per evitare poi il peggio. Tesi sostenuta dal ministro della Salute e da Dario Franceschini. Si valuta tutto, meno un nuovo lockdown generalizzato. «Non ne voglio nemmeno sentire parlare perché i rischi sarebbero oltre che sanitari economici», ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, facendo capire che un altro stop potrebbe tradursi in un affare per la criminalità.
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Le ipotesi sul tavolo sono altre e vanno da un quasi obbligo di smart working per limitare anche l’affollamento dei mezzi di trasporto, al limite alle presenze alle feste e ai ricevimenti, fino al divieto di asporto di alcolici dopo le 22 e alla chiusura anticipata dei locali, misura questa che il premier vorrebbe scongiurare. Arrivando anche a ipotizzare lockdown circoscritti.
A Napoli, ad esempio, si potrebbe profilare la chiusura di interi quartieri della città, invasi dal virus. Sempre che la situazione non precipiti. Perché altrimenti, ha preannunciato De Luca, con 1.000 contagi al giorno sarebbe obbligatorio un lockdown dell’intera Regione. Anche se per lo stesso governatore «una nuova chiusura totale sarebbe una tragedia».
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