Nota alla manovra, tensione nel governo. Mancano i numeri

Ilario Lombardo

ROMA. E si torna sempre lì, ai numeri in Senato. Che ci sono, che non ci sono. Questa volta però il terrore della maggioranza è difficile da dissimulare. In pieno Covid, tra contagiati e chi è finito in quarantena fiduciaria, il gruppo che sostiene il governo potrebbe non reggere all’appuntamento cruciale previsto per mercoledì, quando si voterà la Nadef, la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza che anticipa la manovra. Il coronavirus costringerà a casa, in malattia, tre senatori del M5s – si tratta di Francesco Mollame, Marco Croatti, Cristiano Anastasi –, e due del Gruppo misto, contati tra i favorevoli alla Nadef. A questi cinque si aggiungono almeno altri cinque esponenti di maggioranza in isolamento.

Assenze che potrebbero rivelarsi fatali. Perché questa volta serviranno tutte le forze disponibili in Aula. La Nota prevede 23 miliardi di deficit in più rispetto al tendenziale, e, secondo la legge che ha introdotto il pareggio di bilancio in Costituzione la relazione, per approvare lo scostamento c’è bisogno della maggioranza assoluta. Calcolata su 315 teste a Palazzo Madama più sei senatori a vita. Non ci sono assenze giustificate che tengano né si potrà far ricorso al trucchetto, ampiamente abusato, di considerare in missione il senatore che non è in grado di presentarsi in Aula. Servono 161 voti. Puliti. E al momento i parlamentari non sanno se saranno in grado di garantirli. Il messaggio è stato recapitato dal ministro dei rapporti con il Parlamento Federico D’Incà a Palazzo Chigi, dove stanno facendo gli scongiuri e dove le parole Forza Italia e Silvio Berlusconi sono tornate a essere pronunciate con una certa ansia.

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