Coronavirus, Crisanti: «In Italia si è sbriciolato il sistema di controllo sul virus»

Perché siamo arrivati a questo punto?
«Diciamo che non abbiamo imparato bene la lezione della prima ondata, quando eravamo riusciti a riportare i contagi a zero. Non sono stati fatti i necessari investimenti in sorveglianza e prevenzione, l’unico sistema possibile per bloccare i focolai. Quando abbiamo riaperto scuole e attività non c’è stato un parallelo aumento della capacità di fare test, l’unica cosa che ci avrebbe difeso. In ogni caso, non è giusto dare la colpa al solo comportamento degli italiani, che sono vittime di quello che sta accadendo».

All’estero non va meglio, Francia, Inghilterra…
«Già, ma noi avevamo un paio di mesi di vantaggio rispetto a loro. C’era l’occasione di rimanere bassi e non l’abbiamo sfruttata».

Il coprifuoco?
«Prima del reset ci può stare».

Torna la paura nelle case di riposo
«E ci sorprendiamo? Se non vuoi far entrare il virus nelle Rsa bisogna ridurre le infezioni all’esterno. Altrimenti non c’è difesa, perché dovresti testare tutti quelli che entrano e nessuna casa di riposo ha questa capacità».

Ma c’è qualcosa di buono? Quando si entrerà in una fase calante del virus?
«Calerà quando ci sarà il vaccino o una terapia efficace. Se però non si trova la prossima estate rischia di essere più difficile di quella passata che aveva beneficiato del lungo lockdown. Non farei molto affidamento sul caldo e sul secco della stagione, come insegna Israele».

CORRIERE.IT

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