Le Regioni si ribellano a Conte: scontro totale sul nuovo Dpcm

Le richieste delle Regioni

Al terzo punto viene toccata la delicatissima questione di bar e ristoranti: la bozza prevede la chiusura alle ore 18 e la serrata totale la domenica e i giorni festivi. La richiesta dei governatori è più soft: ristoranti chiusi alle ore 23 con il solo servizio al tavolo; per i bar prevedere la chiusura alle ore 20, “a eccezione degli esercizi che possono garantire il servizio al tavolo”; eliminare l’obbligo di chiusura domenicale. Al punto quattro la conferenza delle Regioni chiede di lasciare aperti gli impianti nei comprensori sciistici, finiti nella stretta. Nel quinto e ultimo punto si chiede di prevedere nel fine settimana la chiusura dei centri commerciali, con eccezione di alimentari e farmacie. “Si sottopone, inoltre, all’attenzione del governo, la necessità di valutare le chiusure relative a palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri etc., anche valutando i dati epidemiologici di riferimento”, si legge.

Da risolvere inoltre il nodo spostamenti tra le Regioni che ha fatto slittare la conferenza stampa di Conte: al governo è stato chiesto di non chiudere i confini regionali, provinciali e comunali. “Ci sono persone che si spostano per lavoro e per studio, chiudere i confini non solo è ingiusto ma non è fattibile e non è controllabile”, ha dichiarato Giovanni Toti. Il governatore della Liguria ha sottolineato come le settimane che ci aspettano saranno complicate, ma bisogna assolutamente fermare il Coronavirus e salvare il Natale per evitare ogni forma di lockdown: “Dobbiamo proteggere i nostri sanitari ma dobbiamo anche difendere la nostra economia”.

IL GIORNALE

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