Sull’orlo del caos
A questo punto non basta riportare ordine nelle strade schierando la polizia, va riportato prima nei palazzi della politica, negli ospedali e negli ambulatori. La domanda è: questo governo è in grado di farlo, chiuso nel suo dorato isolamento politico e sociale? Io temo di no, se non è stato capace di farlo in otto mesi non si capisce come potrebbe farlo nelle prossime otto settimane. Lo abbiamo detto tante volte: il virus non è colpa di Conte e nessuno ha la bacchetta magica. Ma oggi inefficienze e ritardi non sono più accettabili, o meglio non sono più accettati dagli italiani che stanno dando importanti segnali in tal senso.
La politica dell’annuncio, del rinvio, delle conferenze serali in diretta tv e degli accordi «salvo intese» ha esaurito la sua forza magnetica sull’opinione pubblica. Gli inviti a modelli di comportamento lasciano il tempo che trovano. Serve un comandante che dia ordini chiari, precisi e, se serve, pure dolorosi, ma purtroppo non lo abbiamo. Non ci salveremo chiudendo i ristoranti, bisogna aprire un nuovo ciclo.
IL GIORNALE
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