Nuovo Dpcm: palestre, sport, feste e cerimonie, ecco cosa cambia e come sarà il tempo libero
di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini
Il coprifuoco, che Conte invita a chiamare con un termine meno bellicoso, lascia agli italiani qualche spazio di libertà. Chiude i ristoranti alle 18, ma consente di pranzare fuori la domenica, «concessione» ottenuta dalle Regioni dopo una trattativa molto tesa. Si chiede ai cittadini di spostarsi solo per necessità, ma la chiusura dei confini tra Regioni non scatta. E se si raccomanda di non invitare ospiti a casa, un vero divieto non c’è. La parte meno chiara è quella relativa allo sport, che lascia ampio margine a interrogativi e interpretazioni. Gli impianti sciistici sono chiusi? Sì, ma le Regioni possono riaprirli. E se gli sport da contatto sono sospesi, sembra difficile poter sanzionare un allenatore di calcetto che venisse sorpreso a far correre all’aperto, a distanza di sicurezza, i suoi aspiranti «Ronaldo».
Sport vietati – La serrata per palestre e piscine. E gli stadi tornano senza pubblico
Dopo un braccio di ferro durato giorni e tensioni interne alla maggioranza e al Cts, la decisione è presa: «Sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali». E ancora, «centri culturali, centri sociali e centri ricreativi». Resta la possibilità di svolgere attività sportiva di base e attività motoria in genere purché all’aperto «presso circoli sportivi, pubblici e privati», senza creare assembra-menti e rispettando le distanze. È sospeso lo sport da contatto, come il calcio, il calcetto, il basket: «Sono altresì sospese l’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto nonché tutte le gare, le competizio-ni e le attività connesse agli sport di contatto, anche se aventi carattere ludico-amatoriale». Riassumendo, lo sport da contatto è sì vietato, ma far allenare bambini e ragazzi all’aperto e rispettando le distanze è ancora possibile. Un’altra novità è lo stop al pubblico negli stadi: nel decreto non c’è più il passaggio che consentiva mille spettatori all’aperto e 200 al chiuso.
Sport consentiti – Sì a corse e passeggiate in città. Stop allo sci, palla alle regioni
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