Alto Adige, l’ordinanza dopo il Dpcm: aperti ristoranti (fino alle 22) cinema, teatri e impianti sciistici

Cinema, teatri e sale da concerto aperti: ma con massimo 200 persone

Anche in Alto Adige vi sarà l’obbligo di indossare la mascherina di protezione non solo al chiuso, ma anche all’aperto dove non vi sia situazione di isolamento. Previsto l’obbligo di chiusura già nella giornata di sabato per i centri commerciali, eccezion fatta, al loro interno, per gli esercizi che vendono generi alimentari, mentre la domenica tutte le attività commerciali, ad eccezione delle farmacie di turno, dovranno rimanere chiuse. Per quanto riguarda lo sport, tutti gli eventi ammessi dovranno svolgersi a porte chiuse, ovvero senza presenza di pubblico, e potranno proseguire solamente i campionati professionistici e quelli dilettantistici di carattere nazionale ed internazionale. Nel caso del calcio, ad esempio, dovranno fermarsi anche la serie D e l’Eccellenza. Chiuse palestre e piscine, eccezion fatta per gli allenamenti organizzati delle società di nuoto affiliate alla federazione. Al divieto generalizzato di organizzare eventi e manifestazioni pubbliche, fanno eccezione i cinema, nonché gli spettacoli e le manifestazioni che si svolgono all’interno di teatri e sale da concerto, dove saranno ammesse al massimo 200 persone e non sarà comunque possibile distribuire cibi e bevande. Assemblee e riunioni dovranno svolgersi in video-conferenza tranne che nei casi dove questa formula non fosse possibile, mentre saranno chiuse sale da gioco e sale scommesse.

Consentite anche le castagnate/Törggelen nei locali chiusi di ristori di campagna e di attività di ristorazione presso le aziende agricole, come nelle taverne (Stuben) o cantine tradizionali: in questo caso però, oltre alle misure di sicurezza già in vigore, si applica la regola di 1 persona ogni 4 metri quadrati, se più restrittiva. In conclusione, Arno Kompatscher ricorda che «per le zone maggiormente problematiche potranno essere adottate misure anche più stringenti», e ribadisce l’appello alla popolazione a rispettare le regole riguardanti utilizzo delle mascherine, distanziamento e igiene delle mani. «Comportandoci in maniera responsabile possiamo tenere la situazione sotto controllo dal punto di vista sanitario, evitare misure ancora più drastiche e tornare in tempi più rapidi ad una vita il più possibile normale».

Impianti sciistici aperti

L’articolo 46 dell’ordinanza provinciale recita così: «Gli impianti nei comprensori sciistici possono essere utilizzati da parte di atleti professionisti e non professionisti. I predetti impianti sono aperti agli sciatori amatoriali, subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome o, nelle more dell’adozione delle stesse, nel rispetto delle linee guida provinciali, avendo cura di evitare ogni forma di assembramento». Nel DPCM valido a livello nazionale è invece scritto che «sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici», che possono essere usati «solo» dagli atleti di interesse nazionale, professionisti e non, anche se resta aperta la possibilità di aprire gli impianti «agli sciatori amatoriali» se la Conferenza delle Regioni adotterà «apposite linee guida» validate dal Comitato tecnico scientifico. Attualmente in Alto Adige sono aperti i due comprensori di Solda e Val Senales. Secondo l’Anef (l’associazione nazionale esercenti funiviari) se chiuderanno gli impianti, «chiuderanno anche gli alberghi e l’economia in questi paesi si fermerà» aggiungendo che «sciovie e seggiovie non rappresentano nessun problema perché sono all’aria aperta». Come spiega l’associazione, «la seconda ondata di contagi di certo non può essere attribuita ai centri sciistici perché erano ancora chiusi: lo sci è uno sport all’aria aperta e non può essere trattato allo stesso modo di palestre e piscine».

CORRIERE.IT

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