Ilaria Capua: «Il vaccino sarà lento, spero nell’immunità di gregge»
«Pensate al vaccino per l’influenza: lo sappiamo fare e distribuire, eppure non si trova. In questo momento di crisi non si riesce a fare l’upscaling delle dosi di vaccino anti-influenzale per produrne abbastanza. Ad oggi un vaccino per il Covid innanzitutto non c’è; secondo, non abbiamo certezza che quelli che sono in via di sviluppo siano efficaci; terzo, non sappiamo neanche se l’efficacia possa essere raggiunta con una dose o se ce ne vorranno di più, perché alcuni coronavirus sono dei pessimi immunogeni. Oltretutto, vi sono colli di bottiglia legati al fatto che le aziende che producono i vaccini hanno una pipeline, ovvero passaggi obbligati di produzione. Un pasticcere che sforna 100 torte al giorno può arrivare a farne 500, ma non 5 milioni. Se il mondo può produrre per unità di tempo cento milioni di dosi, noi siamo comunque sette miliardi, ed è giusto che siano garantite le dosi per i lavoratori degli ospedali e i trasporti essenziali, perché se si fermano si ferma tutto di nuovo, ed ovviamente per le persone più fragili. Quando i vaccini saranno pronti e autorizzati, e si conosceranno le caratteristiche di efficacia e di sicurezza, dovranno essere somministrati in maniera organizzata. Io sono certa che così come molti Paesi hanno fatto piani per questo, l’Italia seguirà linee guida europee e internazionali. Ma è necessario che le persone capiscano che al primo giro non ce ne sarà abbastanza per tutti».
Nel frattempo cosa bisogna fare?
«Tre cose: in primo luogo, arrivare all’immunità di gregge facendo girare il virus lentamente, perché, se gira troppo velocemente , invece dell’immunità di gregge avremo le pecore morte. Bisogna stare lontani e distanziarsi in modo che l’indice di contagio sia basso, mantenere sotto soglia la circolazione virale ed immunizzarsi piano piano. Poi il vaccino darà il suo contributo. Queste convergenze fanno si che si arriverà a un punto in cui l’infezione si sarà endemizzata.
Nel momento in cui si crea questo equilibro tra virus circolante e anticorpi, il Covid appena entra in contatto con una persona viene bloccato. Fra qualche anno, diventerà — io mi auguro — il nuovo virus del raffreddore».
Ora Trump è immune?
«Lui va in giro adesso perché è protetto, i monoclonali che gli hanno fatto sono un farmaco protettivo oltre che terapeutico».
Trump dice che «durerà per tutta la vita o forse per quattro mesi».
«Gli hanno fatto una cura potentissima, con i monoclonali, in più l’antivirale, il cortisone, e una terapia di sostegno. Quell’anticorpo monoclonale, il Regeneron,
è come un guanto da baseball o come un missile terra aria, gliene hanno
fatti 8 grammi, una grossa dose. Si tratta di una molecola che non si
riproduce nell’organismo, che dopo un paio di mesi si degrada, però lui
secondo me è protetto da qua a gennaio».
Trump ha detto che vuole velocizzarne l’approvazione dall’Fda, l’agenzia federale dei farmaci.
«Ci vuole tempo, e tutte le carte devono stare a posto. Ma costa anche un occhio della testa, sull’ordine di centinaia migliaia di dollari».
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