Fontana: «No a nuovo lockdown». Sala: «Abbiamo ancora 15 giorni per decidere». Ma dai pronto soccorso è allarme
L’allarme dai Pronto Soccorso
Ma a lanciare un allarme nazionale è, invece, Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento Covid-19 per i reparti dei pronto soccorso lombardi: Arrivati a questo punto, con una curva di crescita esponenziale dei contagi, «l’unica cosa che si può fare è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale. La situazione nei pronto soccorso è drammatica, non solo in Lombardia, ma ovunque a livello nazionale».
Galli: «Milano, situazione più critica»
Che cosa significhi esattamente aspettare 10 o 15 giorni lo spiega bene il professor Massimo Galli, primario di Malattie Infettive all’Ospedale Sacco di Milano, che non esclude misure estreme per Milano: «Mi auguro che le misure già adottate, se correttamente messe in atto e seguite, possano essere sufficienti all’obiettivo che è quello di invertire la rotta entro 15 giorni. Chiudere oltre vuol dire, in determinate aree, del Paese un lockdown totale e non so quanto ce lo possiamo permettere».
Il professore non nasconde che la situazione è critica e che, almeno nel caso di Milano, potremmo non dover aspettare: «Purtroppo molto è stato disperso di quello che avevamo faticosamente ottenuto con il lockdown». Secondo Galli, non c’è da aspettarsi un miglioramento del trend dei contagi da Sars-CoV-2 nei prossimi giorni: «I fenomeni che sono in marcia non ce li togliamo di dosso. Per i prossimi giorni ci dobbiamo quindi attendere una quantità di nuovi casi».
«Chiusura inevitabile se la curva non cambia»
L’ipotesi di chiusura totale, insomma è sempre sul piatto. Il problema è il punto di non ritorno: «Se i provvedimenti presi ora non fermano la tendenza in atto, la faccenda diventa molto seria e a quel punto non abbiamo alternative» al lockdown in alcune zone d’Italia
«Tutto dipende dagli andamenti dei prossimi giorni e dall’estensione che prenderà l’ulteriore incremento dei casi. In questo momento – chiarisce l’infettivologo – possiamo fare delle ipotesi che vanno da un minimo a un massimo». Ebbene, se nei prossimi giorni «arriviamo al massimo, nella parte più alta della ”forchetta” o anche oltre, allora quello che è stato fatto non basta e almeno in determinate aree del Paese – tra cui purtroppo Milano – sarà necessario fare ancora di più».
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