Sintomatici e ricoverati, chi sono e perché rischiano di saturare gli ospedali
Lombardia
La Lombardia è la regione che soffre di più: quasi 55mila i positivi, di cui 2.715 ricoverati con sintomi e 271 in terapia intensiva. I posti letto disponibili sono 3.848. «Al San Raffaele abbiamo circa 150 ricoveri ordinari per Covid — afferma Moreno Tresoldi, primario di Medicina generale e delle terapie avanzate nell’ospedale milanese —: solo una metà di questi pazienti richiede ossigenoterapia a bassi flussi. I ricoveri sono più di quelli realmente necessari: alcune terapie possono essere seguite a domicilio, mentre la CPAP (ventilazione meccanica non invasiva) e l’ossigeno ad alti flussi richiedono l’ospedalizzazione. Le soluzioni ci sono: al San Raffaele abbiamo aperto un ambulatorio per pazienti paucisintomatici, che vengono dimessi direttamente dal Pronto soccorso e poi monitorati con contatto telefonico e visita entro 24 ore». Resta il fatto che in tutta Italia tanti «codici verdi» vengono ospedalizzati.
Piemonte
In seconda posizione per numeri di ricoveri nei reparti di degenza ordinaria c’è il Piemonte, con 2.016 pazienti su 23.240 positivi. I posti letto disponibili sono 2.251, ma — afferma la Regione — possono essere aumentati in caso di necessità fino a 5.580.
Lazio
Il Lazio, con 1.632 ricoverati con sintomi, ha già superato la propria capacità di posti letto, che — secondo i dati del Ministero della Salute — sono 1.442. «Per molti di questi pazienti sarebbe sufficiente l’isolamento domiciliare — afferma Luca Richeldi —: a casa si possono somministrare antipiretici, eparina, cortisone e persino l’ossigeno. Una cosa che tutti gli italiani dovrebbero fare è tenere con sé un saturimetro, perché un basso livello di ossigeno nel sangue (valore inferiore a 95) è un segnale importante di possibile aggravamento dell’infezione».
Campania
Ospedali strapieni anche in Campania, con 1.210 posti letto occupati (su un totale di 1.233). «In alcuni casi i pazienti vengono ricoverati perché nelle abitazioni in cui vivono non è possibile attuare l’isolamento in sicurezza — puntualizza Carlo Palermo —. Regioni come la Campania, il Lazio e la Sardegna hanno però difficoltà ad aprire nuovi reparti Covid per mancanza di personale. Possibili soluzioni? Ecco che cosa si dovrebbe fare oggi: assumere diecimila medici e potenziare l’attività di test e tracciamento dei contagi (sarebbe auspicabile arrivare a 400mila tamponi al giorno). Inoltre è fondamentale migliorare l’assistenza domiciliare, consentendo a medici e pediatri di famiglia di sottoporre i propri pazienti al tampone per la ricerca di Sars-CoV-2».
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