“I medici di base non filtrano i casi lievi”. Il capo dei 118: pronto soccorso allo stremo

“La mancanza di programmazione ospedaliera spinge il personale a ritardare anche di giorni la presa in carico degli ammalati. Questa cattiva gestione politica dell’emergenza sanitaria ha determinato la paralisi delle tempistiche all’arrivo dei pazienti acuti, con un quadro di blocco permanente degli accessi e un innaturale e pericoloso allungamento dei tempi di ospedalizzazione. La conseguenze? Diverse persone sono morte durante l’attesa al Pronto soccorso”.

Gli italiani sono un popolo ipocondriaco. In che percentuale i cittadini hanno responsabilità nell’intasare inutilmente il centralino e ritardare così gli interventi del 118?

“Le centrali operative sono subissate da richieste da parte di persone ansiose e spaventate. Tutto ciò va compreso e occorre dare risposta organizzata. Innanzi tutto la linea ufficiale della comunicazione epidemiologica alla popolazione deve essere unitaria e basata sempre su evidenze scientifiche. I messaggi degli esperti in perenne contraddizione sono l’antitesi dell’educazione sanitaria in un momento così critico”.

L’intasamento nel lavoro del 118 è anche dovuto alla mancanza di filtro da parte dei medici di famiglia?

“Qualunque filtro si è dimostrato insufficiente e meritevole di rilevantissimo supporto. Il 118 sono 25 anni che è subissato da telefonate di casi che non sono emergenze: siamo abituati a gestire una mole eccessiva di lavoro. La popolazione spesso dovrebbe chiamare i medici di famiglia, ma ritiene noi gli interlocutori privilegiati”.

Nel vostro settore, cosa non è stato fatto dal governo in questi sei mesi?

“Avevamo chiesto un rinforzo dei mezzi mobili di soccorso e delle centrali operative: almeno il 20% di infermieri in più da assumere. Bisognava dare il saturimetro a ogni positivo in isolamento domiciliare: la riduzione d’ossigeno avviene 3-4 giorni prima che sia necessaria l’ospedalizzazione, così i casi gravi non arrivano in corsia con i polmoni distrutti. Occorreva dotare il personale ospedaliero dei dispositivi idonei di protezione. Servivano spazi adeguati per accogliere i pazienti, ospedali da campo come a Wuhan, Covid house per i ricoveri domiciliari e non ammassare i malati con le famiglie. Infine, mancano i ventilatori”.

QN.NET

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.