Fisco, sanatoria per le cartelle esattoriali: salvo chi salta le rate

di Michele Di Branco

ROMA Governo pronto ad aiutare migliaia di contribuenti messi in crisi dalla pandemia e in difficoltà con il versamento delle tasse arretrate. Dopo aver congelato 9 milioni di cartelle esattoriali (che sarebbero dovute ripartire il 16 ottobre) fino a fine anno, attraverso un meccanismo che prevede la sospensione dei versamenti, della notifica di nuove cartelle e dell’invio di altri atti della riscossione, compresa la possibilità per l’Agenzia delle Entrate di avviare azioni cautelari ed esecutive, come fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti, l’esecutivo ragiona sull’opportunità di chiudere un occhio nei confronti di chi non è riuscito a rispettare i piani di versamento a rate.

«Non certo una sanatoria in senso stretto» si precisa in ambienti di governo. Bensì, per usare un’espressione utilizzata alcuni giorni fa del viceministro dell’Economia, Laura Castelli, «una cosa one shot per far riprendere la rateizzazione perché diversamente chi è decaduto dovrebbe pagare tutto il pregresso e poi chiedere nuova rateizzazione». Insomma, è una sanatoria una tantum.


I dettagli


La legge, attualmente, prevede due strade: un piano di rateizzazione ordinario in 72 rate (6 anni) oppure un piano straordinario fino a 120 rate (10 anni) in caso di grave e comprovata situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica ed estranea alla propria responsabilità. Condizione, quest’ultima che si verifica quando l’importo della rata è superiore al 20% del reddito mensile del nucleo familiare, risultante dall’Isee. Il meccanismo di rientro, tuttavia, si blocca nel caso in cui il contribuente manchi 5 rate (portate a 10 dal prossimo anno) anche non consecutive. Con il risultato che il fisco riattiva la procedura di recupero ordinaria, con tanto di sanzioni e interessi.

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