I segreti del “modello Merkel”
Un sistema sanitario foraggiato da ingenti risorse economiche, e da ben prima che scoppiasse la pandemia di Covid-19. Efficaci misure attuate in corsa per coprire le criticità provocate da un’emergenza senza precedenti, dal raddoppio dei posti letto in terapia intensiva ai sostegni economici alle attività commerciali colpite dai provvedimenti restrittivi anti coronavirus. E poi un’organizzazione medica pressoché impeccabile, con ordini chiari e precisi, tamponi a tappeto e un sistema di tracciamento che ha funzionato (e continua a funzionare) alla perfezione.
La ciliegina sulla torta dell’encomiabile modello appena descritto, quello della Germania, coincide con il modus operandi messo in campo da Angela Merkel, leader calma e silenziosa che, a differenza di molti colleghi, non si è lasciata travolgere da una situazione complessa. Eppure, nonostante questo, il governo tedesco non ha alcuna intenzione di cullarsi sugli allori. A Berlino sanno che la situazione è grave, che nel giro di sette giorni si è passati dalle circa 125 infezioni ogni 100mila abitanti alle attuali 140 e che il tasso di contagio – il numero di persone che ogni malato infetta a sua volta – si aggira intorno a 0,9. Senza mezzi termini, il direttore del Robert Koch Institut, Lothar Wieler, ha spiegato che il virus potrebbe diffondersi in maniera incontrollata in certe aree del Paese.
Le tre armi di Berlino
“La situazione è grave ma non siamo impotenti”, ripetono gli scienziati tedeschi. Il cauto ottimismo della Germania deriva dai dati: negli ultimi giorni l’impennata della curva epidemica ha subito un rallentamento, mentre i decessi, piaga di un gran numero di Paesi, continuano a mantenersi entro valori contenuti. Dall’inizio dell’emergenza, Berlino conta poco più di 12mila vittime. Giusto per farsi un’idea, la Francia ha registrato oltre 43mila morti, l’Italia più di 44mila e la Spagna circa 40mila. Quali sono i segreti della Germania?
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