Coronavirus, che Natale faremo? Ecco i due indici da tenere sotto osservazione
di Fiorenza Sarzanini
«Prudenza e sobrietà»:
è questo l’unico messaggio che politici e scienziati rilanciano quando
si parla di Natale. Di fronte a un virus che, ogni giorno, continua a
colpire decine di migliaia di persone provocando centinaia di vittime,
sarebbe strano ipotizzare di poter trascorrere le festività in maniera
diversa. Le immagini di agosto con le discoteche piene e le persone
accalcate nelle località delle vacanze sono l’incubo che certamente non
si potrà ripetere visto che quei comportamenti hanno contribuito a
rendere così pesante questa seconda ondata di Covid 19. L’unica bussola per orientarsi saranno i numeri. Due in particolare: il valore dell’Rpt, cioè la percentuale di nuovi contagiati su tamponi effettuati, e l’Rt, l’indice di trasmissione. Il primo deve arrivare a 10, il secondo a 1.
Le tre fasce
Soltanto in questa situazione si potrà ragionare sull’eventuale allentamento, certamente minimo, dei divieti. Lasciando comunque in vigore il sistema di divisione dell’Italia in tre fasce, dunque con la consapevolezza che rimarranno «chiuse» tutte le aree dove alti sono i contagi e in affanno le strutture sanitarie. Sarà mantenuto il divieto di spostamento per quelle regioni, così come quello di assembramento in tutto il Paese. Ci sarà ancora l’obbligo di indossare la mascherina e di mantenere il distanziamento. Ma con una certezza: per tutto ciò che avviene all’interno delle case private non si potrà andare oltre le raccomandazioni. «La priorità ora è mettere in sicurezza sul piano sanitario il Paese. È presto per parlare di Natale che dovrà comunque essere prudente e coscienzioso», avverte il ministro Francesco Boccia. E la collega di governo Teresa Bellanova è in linea quando sottolinea che «da qui a Natale la nostra priorità è rallentare l’emergenza sanitaria».
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