Bonus Covid per bici, vacanze, tablet: soldi a pioggia per tutti, ma chi stiamo aiutando davvero?

di Milena Gabanelli e Fabio Savelli

In tempi di Covid si replica la volontà politica di sempre: dare «qualcosa» a tutti, senza dare di più a chi ne ha veramente bisogno. Si chiamano bonus a pioggia. Eppure è possibile «targettizzare» gli obiettivi, perché abbiamo tanti dati e su tutto. Quando introduci un bonus destinato a una categoria devi prima sapere da dove parti e, dopo un lasso di tempo ragionevole – non anni, ma mesi –, verificare i benefici ottenuti. Se siamo ancora al punto di partenza, il denaro erogato va solo ad aumentare il peso del debito sulle generazioni future. Oggi non sappiamo se quei soldi che lo Stato promette sono arrivati, quando, come, a chi e, soprattutto, se hanno sortito l’effetto sperato. Non ci mancano certo i «valutatori»: l’Istat, l’Inps, l’Agcom, la Corte dei Conti. Finora solo raramente l’intervento deciso usando la leva della fiscalità generale ha risolto qualche problema. Si potrebbe ribaltare la prospettiva; invece di dare sempre a tutti potremmo togliere qualcosa: far pagare meno tasse a chi è in stato di necessità. Si chiamano compensazioni fiscali.

Si potrebbe ribaltare la prospettiva; invece di dare sempre a tutti potremmo togliere qualcosa: far pagare meno tasse a chi è in stato di necessità

Bonus bici per evitare la metropolitana

Prendiamo il bonus mobilità. L’emergenza sanitaria impone di affollare il meno possibile i mezzi pubblici nelle città e l’idea lodevole è di dare fino a 500 euro di sconto a chi acquista una bici (normale, elettrica o monopattino). L’annuncio parte a maggio e viene fissata al 3 novembre la presentazione della richiesta sul sito del ministero dell’Ambiente. Il noto «click day». La piattaforma Spid utilizzata per il rimborso va in crash: il server è troppo piccolo per gestire centinaia di migliaia di richieste tutte insieme.

Il noto «click day». La piattaforma Spid utilizzata per il rimborso va in crash: il server è troppo piccolo per gestire centinaia di migliaia di richieste tutte insieme. E così succede che il primo che arriva si prende lo sconto, per gli altri occorre attendere il prossimo turno perché il plafond di 215 milioni di euro si è esaurito subito. Invece di usare la tecnologia per cancellare le code fisiche, le abbiamo replicate online.

Il vizio di fondo

Il vizio di fondo è proprio quello di dare soldi a tutti, con una modalità dove solo i più svelti se ne avvantaggiano. Col paradosso che non sappiamo neanche con chi prendercela. Forse col pc. Sta di fatto che anche chi vive in centro, magari in una Ztl di una grande città, ed è benestante ha potuto comprare una bici elettrica di 2 mila euro con una parziale copertura da parte dello Stato. Ovvero con i soldi delle tasse, anche di coloro che hanno minore disponibilità economica, vivono in zone più periferiche e sono costretti a prendere la metropolitana perché gli altri 1500 euro non possono permetterseli. Sarebbe stato più equo concedere uno sconto più alto a chi sta sotto una certa soglia di reddito e, magari, attraverso la più semplice forma di detrazione d’imposta. Oppure fai gestire il click day a chi lo sa fare, come il cloud di Google ad esempio. E comunque nessuno sa quanto la misura sia servita a potenziare il trasporto privato per prevenire l’affollamento nei mezzi pubblici. Visti i risultati si direbbe di no.

Il vizio di fondo è proprio quello di dare soldi a tutti, con una modalità dove solo i più svelti se ne avvantaggiano.

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