Manovra, lavoro femminile: ecco gli aiuti. Sulle assunzioni delle donne non si versano contributi
LA NORMA
L’esonero contributivo al 100% per chi assume donne non prevede limiti di età: vale anche per le lavoratrici meno giovani, ben al di sopra dei 35 anni. E vale in tutta Italia, nel Nord e nel Centro e nel Sud. La norma, sperimentale per due anni, richiama (raddoppiando l’agevolazione) il dispositivo contenuto nella legge 92 del 2012 che già prevedeva uno sgravio contributivo del 50% per le «donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione europea» e per le assunzioni «di donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi, ovunque residenti». C’è una sola clausola: le assunzioni «devono comportate un incremento occupazionale netto calcolato sulla base della differenza tra il numero dei lavoratori rilevato in ciascun mese ed il numero dei lavoratori mediamente occupati nei dodici mesi precedenti». Devono essere quindi assunzioni aggiuntive all’organico già esistente.
IMPRENDITRICI
Lavoro dipendente, ma non solo. Per stimolare l’occupazione femminile la manovra prevede la costituzione di un fondo per l’imprenditoria femminile, «con specifica attenzione ai settori dell’alta tecnologia». Sono previsti contributi a fondo perduto, finanziamenti a tasso zero o agevolati e percorsi di assistenza tecnico-gestionale. Il fondo è dotato di 20 milioni per il 2021 e altrettanti per il 2022.
IL MESSAGGERO
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