Scala, dalla prima in tv al backstage, un dorso gratis con «Corriere»

di Roberta Scorranese

Scala, dalla prima in tv al backstage, un dorso gratis con «Corriere»

In attesa di «riveder le stelle», quelle dantescamente vere e salvifiche, le stelle dell’arte si potranno vedere — e soprattutto sentire — in televisione. La pandemia ha stravolto persino il rito di Sant’Ambrogio, la «prima» della Scala (era successo solo durante la Seconda guerra mondiale) ma non ha cancellato lo spettacolo, anzi. «La Scala non poteva rimanere chiusa», dice la soprano Sonya Yoncheva in una intervista con Giuseppina Manin. E così è stato: il regista Davide Livermore ha ideato uno spettacolo televisivo senza precedenti, che lunedì 7 dicembre, dalle 17, su Raiuno, Radio3 e Raiplay, raggiungendo una vasta platea grazie all’accordo con la rete europea Arte e lo streaming di Medici Tv che coprirà l’intero pianeta, darà vita ad un format che unisce musica, cinema, tv, teatro e radio.

Il supplemento in edicola con il «Corriere»


Ma non si ferma nemmeno uno dei supplementi «storici» del Corriere della Sera, quello dedicato alla stagione scaligera e alla prima: sempre lunedì 7, in edicola gratis con il Corriere e naturalmente — per gli abbonati — nell’edizione digitale. Ventiquattro pagine per raccontare questa piccola rivoluzione, che non è soltanto un format, ma è un modo diverso di godersi lo spettacolo. Manin firma il pezzo-racconto con i dettagli della sfida lanciata dal sovrintendente Dominique Meyer e dal maestro Riccardo Chailly, «oltre le restrizioni» e con un titolo promettente: «A riveder le stelle». Una grande avventura che segna una svolta nella musica «colta» di Rai Cultura, come spiega Valerio Cappelli. E un segnale di fiducia. Anche perché, sottolinea la soprano Yoncheva, «adesso tocca a noi fare qualcosa», laddove «noi» sta per «artisti più famosi e più fortunati», a fronte di un numero enorme, purtroppo, di professionisti dello spettacolo che in questo periodo sono senza lavoro. Ma questa emergenza durerà a lungo e allora il sovrintendente Dominique Meyer, nell’intervista a Pierluigi Panza che chiude il dorso spiega che la soluzione è «una digitalizzazione responsabile».

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