“Basta metodi sprezzanti…”. E Conte sempre più in difficoltà
Il dem Dario Franceschini avrebbe messo i suoi compagni in guardia: l’incidente è dietro l’angolo. Tutto potrebbe cadere a breve. “Governare non è tirare a campare”, tuonano dal Pd. Nessuno sembra credere davvero che questa esperienza giallorossa possa arrivare sana e salva a fine legislatura. A tutto ciò si aggiungono pure le voci delle Regioni: Emilia-Romagna e Lazio hanno chiesto alla Ue, insieme ad altre 22 Regioni europee, di essere coinvolte sul Recovery e sui rispettivi piani nazionali. Un netto avviso diretto soprattutto a Conte.
La mossa di Renzi
Qualche ministro racconta che il premier sia rimasto “basito” dagli attacchi arrivati da Boschi e Rosato. All’avvocato è ormai chiaro “che il problema di Renzi non è tanto il merito delle cose, quanto la volontà di far saltare Conte”. Come si legge sul Corriere della Sera, M5S e Partito democratico stanno conducendo un’operazione per convincere il fondatore di Italia Viva che, qualora questo governo dovesse cadere, non ci sarà un altro presidente del Consiglio ma solamente le urne con il voto anticipato. “Renzi si alzerà in Aula al Senato e dirà che il governo finisce qui”, si va comunque ripetendo.
Lo stesso Renzi, intervistato da La Repubblica, non ha usato mezzi termini per criticare il premier: “Sul metodo siamo contrari. Questo modo di fare non è solo sprezzante: è sbagliato. Il futuro dell’Italia dei prossimi vent’anni non lo scrivono Conte e Casalino nottetempo in uno stanzino di Palazzo Chigi. Spero che il premier si fermi prima di mettere ai voti una scelta non condivisa”. Il riferimento è alla proposta di governance avanzata dal presidente del Consiglio, il quale ha annunciato la creazione di una struttura composta da sei manager – assistita da un relativo staff – che si occuperà della supervisione tecnica dell’attuazione dei piani del Recovery Fund. “Noi siamo contrari a sovrastrutture di centinaia di consulenti che stanno al Recovery Fund come i navigator stanno al Reddito di cittadinanza”, è la posizione di Renzi.
IL GIORNALE
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