Boccia: «Folle ingiustificabili, sarebbe meglio il lockdown generale»

«No, Conte è sempre stato rigoroso, ma ascolta le proposte di tutti. Una cosa è lo spostamento tra piccolissimi comuni e borghi confinanti. Ma allargare i confini comunali a tutta la provincia, come chiede la destra, sarebbe un errore. I cittadini lo prenderebbero come un liberi tutti».

La Germania con meno morti fa il lockdown generale. Ci state pensando?

«È una scelta che personalmente condivido. Dobbiamo dirci fino in fondo se la pausa natalizia deve servirci a mettere in sicurezza il Paese o se deve essere guidata solo dalla volontà di favorire il business. In questo momento affari e salute non solo conciliabili. E ho il massimo rispetto per chi ha sulle spalle il peso delle attività economiche».

Per il presidente della Liguria Toti non si può penalizzare l’economia a Natale.

«Già, perché per noi invece il commercio non è importante… Trovo semplicistica questa rappresentazione della realtà, questa divisione tra aperturisti e rigoristi. Dobbiamo metterci in testa che quando c’è un’epidemia e non c’è un farmaco, bisogna evitare gli spostamenti. Non lo dico io, ma la scienza. Noi del Pd come ha ribadito Zingaretti vogliamo misure più restrittive, altro che apertura. Quanto all’economia, il governo ha stanziato in miliardi il più grande piano dal Dopoguerra».

È ancora dell’idea che Gesù possa nascere due ore prima per il coprifuoco?

«Ho fatto quella semplificazione durante un incontro riservato con le Regioni per far capire che il coprifuoco alle 22 non andava toccato. Volevo fermare negazionisti e parte della destra, che chiedevano l’apertura dei ristoranti fino a mezzanotte. Una cosa che avrebbe messo tutto il Paese ad alto rischio contagio».

Ci ha ripensato?

«No, confermo. Ma tanti parlano del Natale pensando al business. Non è un caso che la Chiesa e il Papa abbiano dato una lezione a tutti, adattando alle regole gli orari delle messe. Ho letto che in questo Natale dovremmo farci guidare più dallo Spirito Santo che dalle apparenze, concordo».

Invoca lo Spirito Santo anche per scongiurare una crisi di governo al buio?

«La crisi si evita assumendosi in Parlamento la responsabilità delle cose che si dicono e si fanno».

Renzi non se l’è assunta, sfidando Conte?

«Se manda a casa il governo deve spiegarlo agli elettori, deve dire perché minaccia la crisi in piena pandemia. Se dopo un anno e mezzo non si è cementata l’alleanza nella quale il Pd ha creduto dal primo giorno, significa che qualcuno ha fatto nascere questo governo per una convenienza di breve termine».

Vi siete coperti dietro a Renzi, mandandolo avanti come un kamikaze e adesso non sapete come uscirne?

«Non ci copriamo dietro a nessuno, il Pd è la più grande forza progressista europea e non ha mai ceduto ai ricatti. Se Renzi vuole aprire la crisi la strada è una sola, il Quirinale verifica se esiste una maggioranza parlamentare e se non esiste si va alle urne. Io credo nell’alleanza tra progressisti e M5S, mentre c’è sempre stata un’ambiguità di Italia viva».

Vuol dire che, se si vota, Renzi non potrà stare in alleanza con il Pd?

«Dico che se non c’è l’alleanza, il voto è la strada maestra. Iv ha pieno diritto di chiedere modifiche al programma. Ma mettere in discussione l’alleanza è un’altra cosa. Poi tutti dovremo dire ai cittadini perché durante una catastrofe epocale il governo è caduto».

Teme che la comunione di intenti tra Renzi e Salvini possa portare a un altro governo, anziché alle urne?

«Ipotizzare una terza maggioranza in questa legislatura mi sembra oltre ogni limite di decenza, ma in una democrazia parlamentare tutto è possibile. Poi è chiaro che non decide Renzi, né Salvini, ma il capo dello Stato»

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