Manovra, verso la fiducia alla Camera: il 27 dicembre il voto finale
Slitta la fiducia sulla Manovra a seguito della bocciatura della Ragioneria dello Stato su alcune norme. La legge di Bilancio aveva ricevuto l’ok dal Parlamento a pochi giorni dall’esercizio provvisorio, che scatta nel caso in cui non si riesca ad approvare il provvedimento entro fine anno. Il testo ora è rientrato in commissione Bilancio. A questo punto l’esecutivo si riunirà mercoledì alle 11 per la fiducia. Il 27 dicembre ci sarà invece il voto finale.
Dalla Camera, poi, il testo dovrà passare al Senato per un esame che sarà blindato.
La bocciatura della Ragioneria dello Stato Ad aumentare vertiginosamente il caos delle ultime ore sul documento di finanza pubblica più importante è stata la scure della Ragioneria dello Stato che si è abbattuta su 80 modifiche approvate in commissione a Montecitorio, quasi un terzo del totale. La Manovra da 40 miliardi è stata costretta così a tornare in commissione: il governo, che era pronto a mettere la fiducia sul testo da 1.150 commi, deve attendere mercoledì.
Tra le norme da rivedere anche quelle sul taglio dell’Iva a vaccini e tamponi Che vi fossero dubbi sull’idoneità delle risorse trovate in fretta e furia lo scorso fine settimana nel corso di sedute stop and go, i deputati lo avevano messo nel conto. Ma nessuno si aspettava che la nota, attesa per tutto il giorno, fosse così consistente. Si puntava a un breve ritorno in commissione per un secondo esame lampo e a riportare la Manovra in Assemblea per metà pomeriggio. Ma con il passare delle ore è cresciuta l’allerta. La convinzione è che in una nuova nottata si porrà rimedio, laddove si può: tra le norme che hanno bisogno di essere riviste c’è anche quella che taglia l’Iva sui vaccini e sui tamponi. In questo caso, la Ragioneria chiede di trovare i fondi necessari perché la misura è stata approvata senza le risorse corrispondenti.
La bocciatura sulla norma sugli esodati La bocciatura più sonora tocca però alla nona salvaguardia per gli esodati: “comporta maggiore spesa pensionistica”, si legge nel documento consegnato ai deputati, facendo sì che gli “esodati non siano salvaguardati ma privilegiati”. E tutto ciò, si legge ancora, si “traduce in una disapplicazione della riforma pensionistica”, in contrasto con la normativa Ue.
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