Paese ostaggio di una politica senza leader

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Destra e sinistra saranno pure categorie del passato, ma presentano ancora profonde differenze tra loro. Una tra tutte la questione della leadership. Mentre a destra Salvini, Meloni, Berlusconi si presentano con la propria faccia, a sinistra le leadership si sono ormai sfarinate. Al punto che il Pd promette di correre alle prossime elezioni con il candidato di un altro partito (secondo Franceschini sarà Conte) e i Cinquestelle sono guidati da un non- leader per definizione provvisorio, Vito Crimi. Restando, i due partiti della coalizione di governo, in preda a una serie di correnti e correntine in mano piccoli o grandi cacicchi.

Una situazione determinata nel Pd dal prevalere di culture politiche che con l’idea del leader non hanno mai flirtato più di tanto (Renzi è stato visto sempre come un’eccezione proprio per questo) e nei Cinquestelle dall’esistenza di leadership (Grillo e Casaleggio) esterne alla rappresentanza attiva e parlamentare del movimento. Una situazione che però fa compiere alla politica italiana un salto indietro di trent’anni, e che riporta le lancette agli anni delle paludi pentapartitiche. Senza peraltro che quel livello di classe politica sia paragonabile a quello attuale, e possa anche essere messa a confronto la stessa tenuta complessiva del sistema.

Non sarà un caso se Pd e Cinquestelle sono di fatto d’accordo per una legge elettorale proporzionale che sdogana l’idea di governi non decisi dalle urne, sempre esposti alle bizze del ’mister tre per cento’ di turno e destinati a cambiare più volte nel corso della legislatura.

La mancanza delle leadership qualche decennio fa era anche ammissibile, ma nell’epoca delle decisioni rapide e della preponderanza comunicativa è ormai un relitto del passato, ed è all’origine della debolezza del sistema politico e del governo in particolare. Oggi una cosa, domani un’altro, settimana prossima chissà. Senza che nel frattempo si siano decisi i piani per il Recovery fund, il rientro a scuola, la strategia di rilancio del paese. Tutto si rimanda, si tronca, si sopisce, si tratta, si smezza, e con nessuno che finisce per metterci la faccia.

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