La rincorsa dei vaccini al coronavirus: ma quanto tempo abbiamo per fermare il virus?
Il virus corre sempre più velocemente e la sensazione è quella di non riuscire a stargli dietro, nemmeno adesso che ci sono i vaccini. Con 84 milioni di contagi da inizio pandemia (di cui quasi 36 milioni in America e 26 milioni in Europa) e oltre 1,8 milioni di morti nel mondo, la pressione per arrivare quanto prima alla cosiddetta «immunità di gregge» è fortissima. Ma l’obiettivo si potrà raggiungere solo quando il 70% dell’intera popolazione avrà ricevuto le due dosi previste. Un obiettivo che oggi sembra lontanissimo. Anche perché, dei sei vaccini prenotati dalla Commissione Ue, al momento abbiamo solo Pfizer/BioNTech. La stessa azienda tedesca ha fatto un appello perché ne vengano approvati altri.
Il caso AstraZeneca
Uno dei vaccini su cui l’Europa ha puntato molto è quello sviluppato da AstraZeneca e Università di Oxford: perché non è ancora stato autorizzato? I dubbi delle Agenzie regolatorie sono nati al termine della fase 3 della sperimentazione, in cui il gruppo vaccinato ha ricevuto (per errore) due dosaggi, con risultati diversi per quanto riguarda l’efficacia. La statunitense Fda (Food and drug administration) e l’europea Ema (Agenzia per i medicinali) hanno chiesto ulteriori dati ai produttori, che non sono ancora arrivati. In Gran Bretagna, dove circola ampiamente la nuova variante che sembrerebbe avere una maggiore efficacia replicativa, il vaccino è stato approvato in via emergenziale (così come in India). Il Times, citando una fonte anonima del tandem Oxford-AstraZeneca, ha scritto che entro metà gennaio saranno disponibili per il Regno Unito due milioni di dosi a settimana. Attualmente però il vaccino non è stato approvato né dalla Fda né dall’Ema.
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