Covid, sì al vaccino di Moderna. Arcuri: «Da febbraio cominceremo con gli over 80»
Via libera anche dall’Italia al vaccino dell’azienda americana Moderna. Dopo Ema e Commissione europea l’ente nazionale Aifa ha dato l’ok formale. La prossima settimana cominceranno le consegne dei lotti, inizialmente ridotte, poi crescenti. Si spera che altre industrie completino nel più breve tempo possibile l’iter di certificazione in modo da poter puntare sull’obiettivo indicato dal commissario Domenico Arcuri: «Vaccinare entro l’autunno tutti gli italiani confidando sulla disponibilità delle dosi necessarie per la doppia somministrazione, 120 milioni. Attualmente però possiamo contare solo sui 30 milioni acquistati da Pfizer-BionTech e Moderna».
Italia prima
Dopo l’avvio lento della campagna nei primi due giorni, l’Italia è il primo Paese europeo per numero di inoculazioni, dopo la Danimarca che ha però un numero di abitanti inferiore, meglio della Germania, sempre in rapporto alla popolazione. Il contatore consultabile sul sito del ministero della Salute ieri in serata segnava circa 340mila dosi inoculate in 293 strutture, con turni protratti in alcune realtà fino alle 22. Sono arrivate ai centri circa 1 milione di dosi.
Il calendario
Il programma è di iniettarne 65-67mila al giorno per utilizzare rapidamente le attuali forniture, ma la macchina organizzativa è pronta ad accelerare i ritmi in base alla quantità di stock ricevuti. Partirà a febbraio la vaccinazione di massa vera e propria cominciando da anziani sopra gli 80 anni più alcune categorie di fragili (anche disabili e accompagnatori. La Foce (la federazione che rappresenta malati a rischio, oncologici, ematologici, cardiopatici) insiste perché i pazienti più deboli non vengano dimenticati. «Le priorità dipendono dal grado di esposizione al contagio», ha spiegato Arcuri elencando la successione delle fasi successive. Operatori dei servizi essenziali, docenti e personale delle scuole, forze dell’ordine, dipendenti dei trasporti locali e detenuti. Poi i cittadini sopra i 60 anni e infine il resto della popolazione.
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