Toto ministri, Boschi alla Difesa e Guerini all’Interno
ROMA — Se prendessimo per buone le dichiarazioni dei partiti, una quadra sarebbe impossibile. Ma la politica è «l’arte del possibile, la scienza del relativo», per dirla con Bismark. Quindi bisogna prendere con la giusta elasticità le dichiarazioni di Italia viva — «Non vogliamo poltrone» — e quelle dei 5 Stelle che ieri giuravano: «I nostri ministri non sono sacrificabili». Qualcuno si dovrà immolare alla causa della legislatura.
Lo spacchettamento delle Infrastrutture
Lo scenario minimale che potrebbe verificarsi è quello di piccoli ritocchi chirurgici, che non richiedono passaggi al Quirinale, né interventi legislativi. Iv otterrebbe la Difesa con Maria Elena Boschi, con lo slittamento del pd Lorenzo Guerini all’Interno e il sacrificio della «tecnica» Luciana Lamorgese. Il premier si libererebbe anche della delega ai Servizi, come da richiesta di Iv ma anche di Pd, nominando sottosegretario un uomo di fiducia (si parla del segretario di Palazzo Chigi Roberto Chieppa o del capo di Gabinetto Alessandro Goracci). A facilitargli le cose sarebbe l’uscita di Ivan Scalfarotto, in corsa per un incarico dirigenziale all’Ocse.
Diverso sarebbe se si decidesse per un rimpasto più consistente, con relativo aumento dei ministri e sottosegretari. Per superare il tetto dei 65 imposto dalla Bassanini, servirebbe un decreto legge. In questa logica si parla dello spacchettamento di Trasporti e Infrastrutture. Queste ultime potrebbero finire a un altro renziano, Ettore Rosato.
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