Scuole chiuse, Azzolina: «La dad non può più funzionare»

Azzolina difende la sua scelta, quella di perorare a tutti i costi l’apertura degli istituti e la presenza dei ragazzi in aula, anche alla luce dei dati dei monitoraggi sulla diffusione dell’epidemia nelle scuole: «Ho fatto tutto quello che potevo fare, le scuole sono pronte per ripartire ma le Regioni hanno la possibilità di riaprirle o meno». La ministra vorrebbe che tutti considerassero «la scuola come si trattano le attività produttive» perché comunemente «si fa l’errore di credere che la scuola non produca incassi: se io chiudo un negozio so purtroppo quanto ho perso, sulla scuola questo discorso non si fa ma i costi sono altissimi, il messaggio deturpante per cui nelle Regioni gialle è tutto aperto tranne la scuola, lascia cicatrici enormi».

Il calendario

La Basilicata, è l’ultima regione in ordine di tempo, ad aver deciso di sospendere le lezioni in presenza almeno fino al primo di febbraio, così come hanno fatto Friuli Venezia Giulia, Marche, Sardegna, Veneto, Calabria e Sicilia. Didattica a distanza fino al 18 gennaio, invece, nel Lazio, in Liguria, Molise, Piemonte e Puglia. Poi si vedrà. E il 25 gennaio, potrebbero, ma non è chiaro, tornare in classe gli studenti di Campania, Emilia-Romagna, Lombardia e Umbria.

Il concorso

Azzolina ha fatto anche il punto sulle procedure di assunzione dei docenti, interrotte proprio a causa dell’inasprirsi dei contagi. «Il concorso straordinario riprenderà, il 75% delle prove è stato svolto-ha spiegato- i commissari potranno iniziare a correggere le prove già svolte, al più presto termineremo le prove di quel concorso, mancano 4 giorni per finire. Poi partirà il concorso ordinario».

L’esame di maturità

«Il ministro sta lavorando sull’esame di Maturità», ha annunciato Azzolina, anticipando che «come abbiamo fatto l’anno scorso, abbiamo chiesto agli studenti di farci delle proposte perché devono essere coinvolti: lo scorso anno ci hanno presentato proposte molto ragionevoli, di buon senso». Una decisione sarà comunque presa «a breve, perché i ragazzi a causa dell’incertezza assoluta per le date che slittano come se fossero la tela di Penelope, hanno bisogno quanto meno sulla Maturità di avere certezze che il ministero deve dare».

CORRIERE.IT

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