Come funziona il vaccino di Moderna
Le prime fiale del vaccino prodotto da Moderna (47mila dosi) sono arrivate all’Istituto superiore di sanità: da lì verranno poi distribuite alle regioni, dando priorità a quelle con più alto numero di abitanti sopra gli 80 anni. La campagna vaccinale entra nel vivo ed è, per il ministro della Salute Speranza, «la vera strada per uscire da questi mesi e da questa crisi così difficile». Entro la fine di febbraio l’Italia riceverà 764mila dosi dall’azienda statunitense, che si andranno ad aggiungere a quelle garantite da Pfizer (470mila a settimana) e a quelle di AstraZeneca, se l’Agenzia europea per i medicinali darà il via libera. A differenza di Pfizer, Moderna spedirà le dosi ogni due settimane: dopo le prime 47mila, ne sono previste per la settimana del 25 gennaio 66mila, per quella dell’8 febbraio 163mila e per quella del 22 febbraio 488mila.
Dieci milioni di dosi
Per far decollare la campagna, però, c’è bisogno di più dosi. Il piano messo a punto dal Governo ne prevede per il primo trimestre 2021 28 milioni 269mila. Di queste, 16 milioni 155mila dovrebbero essere assicurati da AstraZeneca e altri 2 milioni 19mila da Curevac, che la settimana scorsa ha siglato un’alleanza con Bayer. Entrambi i vaccini non sono ancora approvati dalle Agenzie regolatorie. Al momento l’Italia può contare su poco più di dieci milioni di dosi dei vaccini Pfizer e Moderna per i primi 3 mesi dell’anno, se non ci saranno intoppi con le consegne: sufficienti per vaccinare poco più di 5 milioni di persone e non le 6,4 indicate nel piano (1,4 milioni tra medici e infermieri, 570mila tra personale e ospiti delle Rsa e 4,4 milioni di over 80). Si discute anche della possibilità di ampliare l’elenco delle categorie prioritarie, includendo il personale della scuola, tutti gli ultra 80enni, i pazienti ematologici e oncologici. La macchina organizzativa, dopo aver faticato a mettersi in moto, sta entrando a regime: ad eccezione di Calabria, Lombardia e provincia di Bolzano, tutte le regioni sfiorano o superano il 50%, con punte del 75% in Campania e del 71% in Toscana e Veneto. Il 70% è la percentuale massima consentita dato che si deve conservare almeno il 30% delle dosi per la seconda iniezione, che si farà a partire dal 21 gennaio.
Seconda iniezione dopo 28 giorni
A livello europeo, 80 milioni di dosi di vaccino Moderna saranno distribuiti entro settembre: 10 milioni entro marzo, 35 nel secondo trimestre e altri 35 nel terzo. Gli ulteriori 80 milioni di dosi opzionali saranno consegnati entro il 2021. Quali sono le caratteristiche di questo vaccino? Come quello prodotto da Pfizer e BioNTech, è basato sulla tecnica dell’mRna (Rna messaggero). È indicato a partire dai 18 anni di età, anziché dai 16 (come Pfizer), e la schedula prevede due somministrazioni a distanza di 28 giorni invece che di 21 giorni (Pfizer). L’immunità si considera pienamente acquisita a partire da due settimane dopo la seconda somministrazione. Viene conservato a temperature comprese tra i -25 e -15 gradi per 7 mesi, ma è stabile tra +2 e +8 gradi per 30 giorni se in confezione integra (Pfizer invece va conservato a -70°). Il flaconcino multidose non richiede diluizione ed è quindi già pronto all’uso: da ognuno possono essere prelevate 10 dosi. Prima della somministrazione, le dosi possono essere mantenute a temperatura ambiente (8-25°) fino a un massimo di 12 ore. Una volta che la fiala multidose è aperta, va conservata tra i 2 e i 25° per non più di sei ore.
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