Vaccino, la Moratti si presenta: «Per le dosi privilegiare le Regioni col Pil più alto». E Speranza la gela

Vaccinazioni per Regione
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Per raggiungere Lecce dalla Capitale, la distanza è esattamente la stessa, ce ne vogliono sei. Il divario tra i redditi del Nord e quelli del Sud ha ormai raggiunto il 40%. Un calabrese guadagna in media 16 mila euro contro i 27 mila di un lombardo. La sanità meridionale ha subito per anni tagli alle risorse dovuti ai commissariamenti che hanno peggiorato la qualità dei servizi, con il risultato di un esodo di pazienti verso le strutture settentrionali che hanno prosperato sulle risorse per i ricoveri trasferite da Sud verso Nord. Durante la prima ondata del Covid, quando nel Mezzogiorno non c’erano casi, quando i contagi erano concentrati soprattutto in Lombardia, si è deciso un lockdown nazionale che ha penalizzato maggiormente le regioni meridionali. Ancora la Svimez, nel suo ultimo rapporto, ha ben spiegato che l’epidemia che si è diffusa al Nord sarà pagata in termini economici e di occupazione (si vedrà tra due mesi quando scadrà il blocco dei licenziamenti), soprattutto dal Sud con 300 mila nuovi disoccupati, se le stime non peggioreranno ulteriormente. Inutile meravigliarsi si diceva. La storia del vaccino legato al Pil è perfettamente nel solco della classe dirigente di una pezzo di Paese che ritiene ormai non solo di viaggiare in un’altra classe rispetto agli altri, ma anche su un altro treno.

IL MESSAGGERO

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