Procida Capitale italiana della Cultura 2022, perché ha vinto e quali sono i progetti. In arrivo 1 milione di euro
di Laura Larcan
Le balene dell’area marina protetta, le location per il cinema, il buen retiro per scrittori e poeti, Procida terra amata da Elsa Morante e Massimo Troisi, si prende la sua rivincita puntando tutto sulla “cultura come felicità sociale”: questo è il fil rouge che ha guidato il dossier vincitore.
Piccolo gioiello incontaminato del golfo di Napoli non lontano da Ischia, diventa Capitale italiana della Cultura del 2022. A fare breccia nella commissione del Ministero dei beni culturali e del turismo(superando le altre nove candidate finaliste) è stato il progetto all’insegna di un titolo ad effetto “La cultura non Isola” votato alla “felicità sociale”. «Procida si candida a Capitale Italiana della Cultura perché la terra isolana è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza – si legge nel documento – è modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo».
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Lasciandosi alle spalle l’eco delle ultime notizie di cronaca politica (l’arresto per tangenti dell’assessore comunale con deleghe al Contenzioso e all’Acquedotto), l’isola si prende la sua meritata vetrina con un programma di rilancio anche grazie al tesoretto di un milione di euro “vinto” con la sua nomina. D’altronde tanti erano stati i testimonial che facevano il tifo per questo patrimonio del mare napoletano, da Toni Servillo a Gigi D’Alessio, da Luisa Ranieri a Valeria Parrella, fino al direttore del Giffoni Festival.
In che cosa consiste allora il dossier di candidatura? «Il percorso che ha portato alla creazione e consegna del dossier di candidatura – spiegano dalla delegazione – è una significativa esperienza di innovazione sociale, per la centralità di un modello di vita urbana attiva, orientata alla cultura e ai desideri della comunità. Procida è l’isola che non isola, laboratorio culturale di felicità sociale».
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