Bettini: «O governo Conte o elezioni a giugno. Renzi? Dica che vuole fare, serve un’intesa di ferro»
Goffredo Bettini, che cosa ha detto il Pd, prima a Mattarella e ieri a Fico?
«Siamo
disponibili a ricomporre la maggioranza di governo messa in crisi da
Italia viva. E Conte deve guidarla. Occorre fare presto, perché ogni
giorno che passa il dibattito pubblico si allontana sempre di più dalle
preoccupazioni degli italiani».
Conte è l’unica soluzione?
«Sì.
Perché ha lavorato bene ed è popolare; ha riportato l’Italia nella sua
naturale collocazione europeista; ha già ottenuto la fiducia alla Camera
e un ampissimo consenso al Senato».
Perché l’immagine della crisi è lo scontro Conte-Renzi? Dove è finito il Pd?
«I media la raccontano così. Il ruolo del Pd è e sarà fondamentale. Senza il Pd, infatti, non ci sarebbe alcuna stabilità della Repubblica né la possibilità di una crescita ecologica e solidale. Noi siamo l’elefante “buono” che si porta in “groppa” qualche suonatore di tamburello. Alcuni commentatori amplificano il rumore del tamburello e non si accorgono che l’elefante “buono” dà la forza e la direzione per andare avanti».
Anche voi volevate da Conte una squadra rafforzata, un Recovery fatto meglio e meno accentramento sui Servizi segreti, e poi?
«Il
Recovery è migliorato. Con le consultazioni avviate migliorerà ancora.
Questioni decisive sono le riforme della giustizia e del fisco. La
delega ai Servizi è stata affidata all’ambasciatore Benassi. Conte ha
ripetuto più volte di essere disponibile a discutere e sottoscrivere un
programma di fine legislatura e a rafforzare la squadra. Si stava
procedendo bene. Poi la rottura. Incomprensibile. Improvvisa. Dalle conseguenze molto gravi».
Se sarà accordo, quali ministri? C’è un
impegno a nomi di qualità universalmente riconosciuti in posti chiave? O
sarà solo spartizione da manuale Cencelli?
«Ah no! Renzi ha dichiarato di voler parlare di programmi,
di contenuti, del futuro dell’Italia e che non gli interessano le
poltrone. Va preso molto sul serio. Prima va chiuso un accordo di ferro
sulle cose da fare che riguardano le persone, stordite e in difficoltà.
Se riusciremo, come spero, a trovare una sintesi positiva si passerà
agli assetti. Senza prepotenze o ultimatum. Senza Cencelli, si
sceglieranno i migliori».
Renzi è uno che vi vuole morti, come
dice Orlando? È inaffidabile? O è possibile un percorso comune? Ormai
tra voi è guerra perenne.
«Non da parte del Pd. Dopo la sua
scissione ho espresso a Renzi considerazione e volontà di
collaborazione. Ho sottolineato l’importanza di costituire nel campo
democratico una “gamba” liberale, centrista, più moderata, che lui
avrebbe potuto costruire. La risposta non è stata positiva. Il leader di
Italia viva ha dichiarato di essere Macron e di voler ridurre il Pd al
6% come i socialisti francesi. Non è andata così, per fortuna. E adesso
noi siamo a oltre il 20% e Macron, preoccupato, spinge l’Italia a fare
un governo. In politica, tuttavia, non si vive ricordando le ferite. Non
ci sono veti nei confronti di Renzi. Deve dire a noi, ma soprattutto
agli italiani, cosa intende fare. Il tempo è scaduto».
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