Esercito e protezione civile tagliati fuori. “Ecco perché il piano vaccini è nel caos”

Perché è stata sprecata questa energia? Pregliasco corregge in parte: “Noi siamo già intervenuti sull’emergenza”. Ma questa dei vaccini è la prova regina. “Sicuramente è la scommessa per recuperare anche l’economia – riconosce –. Ma l’aspetto sanitario è in capo alle Regioni“. Eppure la decisione sul vostro coinvolgimento è politica. “Sicuramente – replica –. Diciamo che c’è stata un po’ di ambivalenza. Fin dall’inizio ci hanno chiesto attività sanitarie. Come la prova della temperatura negli aeroporti, lì proprio non sapevano come fare. Ma poi si è disquisito sulla tipologia dell’attività, perché quella sanitaria esula dal campo della Protezione civile”. E nel frattempo, siamo affogati nell’emergenza.

“Non bisogna aspettare le strutture petalose, qui ci servono protezione civile, fiere, palazzetti dello sport, palestre, discoteche, che così possono avere anche un ristoro”, traccia la direzione Carlo Palermo, segretario di Anaao-Assomed, il più potente sindacato medico. “Ci vogliono grandi centri, vedi quel che hanno fatto Israele e Germania – insiste –. Così possiamo concentrare il maggior numero di vaccini in un tempo ristretto. Entro settembre, dobbiamo arrivare a 45 milioni di italiani. Basta farne 400mila al giorno”. Ricorda Palermo: “L’arruolamento è stato affidato a 5 agenzie interinali italiane che hanno avuto globalmente una disponibilità di circa 25mila operatori, quindi abbiamo 10mila persone in più di quelle finanziate, 3mila medici e 12mila infermieri”. Tutto il resto è da vedere.

QN.NET

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