Berlusconi: “Io e Salvini per la svolta moderata. Sì al green, ma non blocchi le opere”
AMEDEO LA MATTINA
Silvio Berlusconi è rimasto «commosso» per l’accoglienza ricevuta a Roma. Ha deciso di partecipare alle consultazioni perché «il momento è drammatico». Ma ritiene che Draghi abbia la sensibilità politica per guidare non «una maggioranza politica», ma «una risposta eccezionale a circostanze gravissime».
Il suo ritorno a Roma è stato un evento mediatico. Che sensazioni ha avuto di fronte a tanto clamore?
«Ovviamente
mi ha fatto piacere – anzi mi ha commosso – ricevere un’accoglienza
tanto calorosa. Tuttavia non ho avuto molto tempo per questo: la gravità
della situazione del Paese non consente distrazioni. Sono venuto a
Roma, malgrado i medici me lo sconsigliassero, perché il momento è
drammatico e c’è molto da lavorare, per fronteggiare la pandemia e per
evitare il disastro per famiglie e imprese. Di fronte a questo, non sono
nello stato d’animo per festeggiare».
Adesso è finita la sua traversata nel deserto cominciata nel 2013 con la condanna e l’espulsione dal Senato?
«Quella
è stata una pagina molto amara, perché si è trattato di una clamorosa
ingiustizia, ai danni non solo miei ma anche degli elettori italiani.
Un’ingiustizia nata nel clima di condizionamento politico di alcuni
settori della magistratura, clamorosamente denunciato in questo periodo
dalle rivelazioni del giudice Palamara e di altri importanti magistrati.
La mia forzata esclusione dalla politica attiva ha fortemente
danneggiato FI sul piano elettorale, privata del suo leader proprio
negli anni in cui la competizione politica si è più fortemente
personalizzata. Però devo anche aggiungere che non ho mai avuto la
sensazione di una traversata nel deserto: il calore, l’affetto, il
sostegno di milioni di italiani non è mai venuto meno e mi ha aiutato a
superare le prove più difficili».
Che effetto le ha fatto incontrare Draghi in un ambito in cui la gravità politica è pesante?
«Ho
voluto Draghi al vertice non solo della BCE ma prima ancora a quello di
Bankitalia. Sentivo – anche grazie alla mia esperienza di imprenditore
abituato a valutare le persone – che era la persona giusta. Quindi mi è
sembrato naturale vederlo come ideatore e regista di un governo che
intende riunire le energie migliori del Paese. Come noi, per primi,
avevamo richiesto».
Draghi dà l’impressione di essere più politico di tanti politici di professione.
«Draghi
non ha soltanto grande competenza, ha grandi capacità di gestione di
strutture complesse, di mediazione ma soprattutto di risoluzione dei
problemi. Non si è mai tirato indietro di fronte alle sfide difficili e
spero possa vincere anche questa».
I 5S soffrono la sua presenza e quella di Salvini. Lei ha detto «che Dio ce la mandi buona». È preoccupato?
«Ho
pronunciato quella frase riferendomi alla condizione del Paese, che è
davvero preoccupante, non alle questioni di palazzo, che devono passare
in secondo piano. Ho piena fiducia in Draghi. Voglio sperare che tutte
le forze politiche lavorino nella stessa direzione, che abbiano la
consapevolezza della gravità della situazione ed abbiano ben compreso la
portata dell’appello del Capo dello Stato. Le distinzioni politiche
rimangono, le preclusioni sono fuori dal tempo».
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