Modello Genova per il Recovery. Oggi il debutto con i leader del G7

È uno dei tanti argomenti sui quali in Italia ci si divide spesso in Guelfi e Ghibellini, fra chi vede nella somma delle procedure la garanzia dall’illegalità e chi invece l’opposto. Uno dei primi atti del governo sarà un decreto che metterà insieme tutte le norme necessarie a far sì che le opere finanziate dal Recovery Plan arrivino con la stessa rapidità ed efficacia del ponte sul Polcevera.

Subito dopo il governo partirà con le riforme chieste dalla Commissione europea in cambio del via libera ai duecentodieci miliardi. Draghi ne ha sottolineate tre: burocrazia, fisco, giustizia civile. Ma ce ne è una quarta – solo accennata – che per Bruxelles rappresenta la più importante di tutte, tabù per l’intero arco costituzionale: il miglioramento della concorrenza. L’Europa non si capacita di quel che è concesso di pagare in Italia a gestori di spiagge, impianti sciistici o termali, per non parlare degli aiuti a pioggia per evitare troppe volte il fallimento all’Alitalia. La sfida di Draghi è tutta qui: far digerire al Paese la medicina troppo a lungo negata. Però stavolta con un incentivo frutto della pandemia: gli aiuti dei contribuenti europei, persino tedeschi. 

LA STAMPA

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