Governo, l’Italia sogna da leader. “Draghi alzerà l’asticella in Europa”
Atlantismo e europeismo, citati come pietre miliari da Draghi, sono riferimenti scontati per un Paese come il nostro?
“Non sono scontati anche se erano prevedibili, con una personalità come Draghi. Anzi, è significativo che abbia messo questo riferimento nella prima parte del discorso: Draghi non solo ha ribadito l’irreversibilità dell’euro, ma ha insistito su una Ue sempre più integrata e parlato di un bilancio pubblico comune. Affermazioni che vanno oltre le aspettative e contengono indicazioni di policy”.
È nei fatti un allontanamento nei confronti di Russia e Cina?
“Sono due dossier delicati e sensibili, che dovremo concertare coi nostri partner e alleati. La Russia sarà certamente un problema, anche solo per trovare un approccio comune in Ue. Lo stesso vale per i rapporti con la Cina. Sulla Cina saremo sottoposti a forti pressioni americane e ci vorrà una grande accortezza per considerarla un partner importante ma anche un competitore strategico”.
Tra le nostre priorità di politica estera c’è la Libia. Pensa che con Biden si possa trovare nell’America una sponda?
“Non scommetterei sull’ipotesi che l’amministrazione Biden torni a un qualche interventismo nelle crisi del Mediterraneo. Riuscire a svolgere un ruolo in Libia non sarà facile perché in questi anni di latitanza italiana, europea e americana, in Libia si sono saldamente installate due potenze, la Russia e la Turchia, che hanno lì interessi solidi. Sarebbe già un risultato alleggerire le presenze militari straniere e favorire il processo di riconciliazione nazionale libica”.
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