Le regole rispettate
Gli ostacoli sono molti. Sarà difficile correggere la rotta sbagliata, seguita dal governo precedente, in materia di sanità. Ma sarà possibile stabilire una autentica collaborazione Stato-regioni, senza strappi o oscillazioni dall’una o dall’altra parte. Sarà anche possibile evitare di disorientare una collettività preoccupata, fornendo informazioni complete e tempestive e procedendo speditamente alle vaccinazioni (perché non seguire le «best practices», come quella del Lazio, e perché non vaccinare notte e giorno, per accelerare?). Sarà necessario non fare dell’emergenza un mezzo per garantirsi popolarità, e lasciare parlare anche i tecnici con una voce sola, sotto l’egida dell’Istituto di sanità (perché, altrimenti, si denomina «superiore»?). Non dovrebbe essere difficile, alla luce degli indirizzi europei e di quelli programmatici del nuovo governo, orientare nella direzione giusta il piano di ripresa e di resilienza.
A queste condizioni (che saranno seguite con occhi vigili da una collettività nazionale stremata e da un Parlamento che si è visto, in pratica, nell’anno trascorso, sottrarre la funzione legislativa), si auspica che il governo completi il biennio arrivando alla fine della legislatura (i governi Merkel, anch’essi fondati su coalizioni di forze politiche in conflitto, hanno avuto una durata sette volte superiore).
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