Il club privato dell’astronauta
Non è più il tempo delle interviste velato o incappucciato, delle battute, dei meme come quello pubblicato sui social dal fondatore nelle ore difficili e decisive della nascita del governo Draghi, in cui l’ex banchiere camminava in bilico su un cornicione sotto gli occhi atterriti del presidente della Repubblica Mattarella. Anche darsi appuntamento prima a casa sua, a Marina di Bibbona, poi nell’albergo che lo ospita nei suoi passaggi romani non sembra il modo ideale per prendere decisioni collettive riguardo non un club privato, ma un partito politico che si prefigge di occuparsi dell’interesse pubblico: un movimento maturo, moderato e liberale come da definizione certificata, non dovrebbe uscire dall’autoreferenzialità dei quattro amici al bar e riflettere su luoghi anche fisici di incontro, una sede, una struttura? E non dovrebbe, con urgenza, chiarire e forse superare il rapporto con Davide Casaleggio – ieri assente all’incontro – e la piattaforma Rousseau?
Solo pochi giorni fa, proprio da quegli schermi, gli attivisti sono stati interpellati sulla governance del movimento, scegliendo in larghissima maggioranza una guida a cinque. Sarà da capire come l’investitura di Conte possa contemperarsi con l’indicazione della base, il Movimento sbocciato ieri come potrà innestarsi su quello precedente. E come, anche, l’ex premier possa conciliare la sua guida con il «rafforzamento degli istituti di democrazia diretta», impegno indicato ancora ieri dal Movimento. Come si arriverà dall’uno vale uno al leader riconosciuto, quanta strada in questi dodici anni.
LA STAMPA
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