Paolo Bonolis si racconta: «Quella volta che Freddie Mercury mi chiese il numero»
Il pupazzo Uan di Bim Bum Bam finisce in Stranger Things su Netflix, lei ha figli adulti e giovanissimi: come comunica con loro?
«Non
si butta niente. A Uan devo qualcosa: il carattere di un personaggio
che stravolgeva la realtà trovando una ragione dove non c’era. Oggi è
difficile che genitori e figli trovino percorsi comuni. Oggi Chi ha
incastrato Peter Pan non si può più fare: bambini e genitori vivono su
piattaforme differenti».
Lei è un tipo un po’ asocial…
Lo si capisce anche leggendo il suo libro, Perché parlavo da solo,
uscito anche in edizione economica (il ricavato va alla onlus Adotta un
angelo Cers). Da genitore come se la cava?
«Propongo ai miei figli un bilanciamento esistenziale tra digitale e analogico, cioè il mio modo di conoscere».
Hanno proposto sua Zia Adele per la beatitudine.
«Ha
aperto quattro case famiglia per ex prostitute con figli, ex carcerati,
malati psichiatrici. Nel processo di beatificazione mi hanno chiesto se
sapevo di miracoli compiuti da zia: quelle case famiglia esistono
ancora. A me pare un miracolo: non ha trasformato l’acqua in vino. Ma il
vino finisce, la carità resta».
In onda ancora con Luca Laurenti, voce anche in Tom&Jerry.
«Lui
è The dark side of the moon. Molti pensano ma c’è o ce fa?: c’è. Legge
la vita diversamente da noi: mi snellisce la vita con l’imprevedibilità.
Io non so mai cosa fa. È la mia via di fuga, Luca».
Lei è un cercatore di leggerezza.
«Zia
Adele sorrideva sempre e la fanno beata. La leggerezza pensosa di
Calvino è la strada migliore anche nella gravità di un momento come
questo».
La cosa più pesante della sua vita?
«Nostra
figlia Silvia ha le sue problematiche di salute, a 18 anni: il problema
persiste, ma con il suo sorriso è più facile affrontarlo».
È spesso criticato per i suoi personaggi fellinesque.
«Piano
con i complimenti. Siamo tutti grotteschi: facemmo una puntata di
Darwin con finti giovani contro nati vecchi. E non siamo noi? Che
cerchiamo Viagra e palestre per non sembrare chi siamo davvero? Il
nostro egoismo è assai grottesco».
Tra i suoi attori culto c’è Peter Sellers: la scena di Tom & Jerry in cui recita sembra una citazione di Hollywood Party…
«Oltre
il giardino è un capolavoro. Comunque ai tempi del cinema, preferisco
la tv, più simile al calcio: l’arbitro fischia un inizio e la fine».
Lei è stato un buon calciatore.
«Per quello mi chiamano sempre nelle partite del cuore: anche all’estero».
In quella partita di Londra con Rod Stewart conobbe Freddie Mercury.
«Mi
fece capire che voleva trascorrere tempo con me, ma io gli ho fatto
capire che non volevo. Mi chiese l’indirizzo, diedi quello di mia madre:
un anno e mezzo dopo mi fece avere due biglietti per il famoso concerto
di Wembley».
Anello del triplete interista da primo tifoso e un altro record.
«Di lettura veloce: dovevo fare qualcosa per Gerry Scotti, lessi il primo capitolo dei Promessi Sposi… velocemente».
Eppure lei ha combattuto la balbuzie: un esempio per i giovani che vivono lo stigma.
«Facevo
solo interrogazioni scritte: troppe idee si affollavano, c’avevo il
Raccordo Anulare nella testa. Mi partiva la zagaglia come diciamo a
Roma, mio padre mi aiutava a ironizzarci sopra, mi diceva Paolo scrivi
che è meglio. Poi un corso di teatro: la parte assegnata la recitavo
senza intoppi. Ancora oggi ogni tanto balbetto, pazienza».
Un anno di pandemia: cosa le sta mancando di più?
«La libertà di viaggiare: sogno di fare la Panamericana con i miei figli. Da Seattle a Ushuaia, Terra del Fuoco. In camper. Quattro mesi».
IL MESSAGGERO
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